Politica, qualcosa si comincia a capire
L’Aquila – LE STRATEGIE NEL CAPOLUOGO E AD AVEZZANO – La settimana ha portato un minimo di chiarezza nel panorama politico pre-elettorale. I partiti e i loro big cominciano ad avere le idee meno confuse. C’è persino un’identità comune tra i partiti: una cosa la sanno fare molto bene, tutti e nel medesimo periodo. Litigare. Sgomitare, fare la voce grossa. Più al loro interno che all’esterno. Vediamo di capire grosso modo cosa sta accadendo, alla luce degli avvenimenti delle ultime ore.
A SINISTRA spuntano almeno tre aspiranti candidati sindaci: l’inaffondabile Cialente, il dottor Festuccia (SEL) e adesso anche l’avvocato Calderoni, Sono coloro che sicuramente si impegneranno nelle primarie del 4 marzo, ma c’è tempo fino al 6 febbraio per candidarsi, quindi di certo saranno affiancati da altri. Il motto saggio sarebbe quello che alcuni ripetono: su chi supererà il voto primario, punteremo poi tutti alla prova elettorale. La sinistra tenta di attribuirsi una compattezza non diciamo granitica come ai bei tempi (ricordate la formidabile falange del PCI?), ma almeno impastata di lealtà e coerenza nei confronti dell’ideale, che è quello di arraffare ancora una volta la guida del Comune dell’Aquila. Unìambizione, più che altro. Di questi tempi torna validissimo l’antica locuzione attribuita a Terenzio “quot capita, tot santentiae”. Ubriacatura di libertà di pensiero, o semplicemente incapacità di coagulazione attorno ad un obiettivo o ad un ideale?
A DESTRA fa notizia soprattutto la presa di posizione – siamo nella Marsica – del capo del PdL, il senatore Piccone, che vuole l’avvocato Antonio Milo candidato sindaco di Avezzano, punto e basta. Per lui il discorso è chiuso, ma certo non per tutti gli altri che nel partito ribollono, scalpitano, rumoreggiano. E le primarie? Ma, come non si dovevano indire le primarie in ogni centro più grande? Forse sì, ma non ad Avezzano, dove Piccone tira diritto. Si vedrà , naturalmente.
Nella città dei Marsi pare scenda in campo (ma lui ancora cambia discorso, con i giornalisti) il pezzo da novanta Gianni Di Pangrazio, eminenza grigia della pubblica amministrazione a livello nazionale, personaggio di grande profilo e molto stimato senza ideologismi. Lo stimano e basta. Potrebbe collocarsi candidato sindaco in un’area trasversale, con simpatie pronunciate anche a sinistra, per rendere la vita difficile al PdL. Un’ipoteca d’acciaio sulle consultazioni politiche ad Avezzano.
A L’Aquila, invece, il centrodestra è nel guado, mentre come un totem di pietra dell’Isola di Pasqua, domina la scena la figura autorevole di Giorgio De Matteis. Un avversario temuto per chiunque aspiri a palazzo Margherita. E forse il solo vero asso nella manica di un’area politica scompaginata, litigiosa, frammentata. Lo dimostra la scalata all’Aventino del gruppo di Carla Mannetti. Il parlottìo di retroscena accredita una quantità di nomi. Ogni settimana ne spuntano di nuovi, quindi è come dire nessuno. De Matteis, invece, tace e pesa. Ogni tanto una graffiata a Cialente, il che fa supporre che qualche progetto lo abbia. Prima o poi la città saprà , è il tempo che lo impone: passa e basta. Mentre la data del voto è ferma.
LCV – Silenzioso e suadente l’unico candidato sindaco sicuro da luglio, Vincenzo Vittorini, lavora con la gente. Niente proclami, niente predicazioni o miracoli dei pani e dei pesci. L’Aquila Che Vogliamo, LCV, il movimento che lo esprime come candidato, ha scelto il contatto con le persone. E c’è chi, nel convulso mondo della politica con etichetta e ambizioni, comincia a pensare che von Vittorini si dovranno fare i conti. Non foss’altro perchè ha scelto di entrare in politica senza un passato politico, e senza politica. Quanti sono stufi, delusi e scettici sulla politica? Churchill, il più valido statista del ’900, diceva che la democrazia è un sistema difettoso, ma insostituibile finchè non ne troveremo un altro migliore. La politica è difettosissima, l’unico modo di bazzicarla è farla dimenticando i suoi metodi.
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