E se andassero via proprio tutti?


Cialente dice che il commissario Chiodi dovrebbe mollare la ricostruzione. Fontana dice che se ne va, ma Chiodi aggiunge: “Aspetta, vediamo”. Più volte Cialente ha detto che voleva andarsene, anzi si è pure dimesso, ma ora sta lì e anzi si ricandida sindaco. E’ un andirivieni sullo scenario livido delle macerie aquilane, un viavai, anche se poi, alla fine, rimangono tutti dove sono. I cittadini del cratere, invece, non possono andarsene (a molti piacerebbe) perchè la loro vita e le loro radici sono lì. Del resto, non avrebbero altre scelte, perchè di questi tempi dove vuoi andare? Una volta si diceva: “Pianto tutto e fuggo con la bionda del terzo piano: andiamo ai Tropici e chi s’è visto s’è visto…”. Oggi la bionda è diventata una carcassa piena di rughe e vene varicose. I Tropici sono lontani e costosi. La crisi ha sderenato tutti e non va più a nessuno neppure di sognare. Quindi ai cittadini di cui sopra non restano che due linee di pensiero. La prima è lapidaria: la ricostruzione non c’è , quindi la colpa è di tutti. La seconda è vagamente anarchica: ma perchè non ve ne andate tutti? Oppure vagamente autoritaria: via tutti, archiviata la democrazia per un po’, e incarichiamo un generale di prendere in mano la situazione. Manu militari. Staffilate sulle chiappe a chi tarda di un solo giorno. Amputazione della mano a chi ruba un solo euro. Cilicio con rovi e punte di chiodo per chi parla troppo, e fa poco. Un termine improrogabile per chi non fa ciò che deve, poi fucilate al petto.



27 Gennaio 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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