Tir: ferme fabbriche, merci scarse
Atessa – LA RABBIA DEI CONSUMATORI DI FRONTE AGLI AUMENTI DEI PREZZI – (Foto: la Honda di Atessa) - Terzo giorno di blocco totale della produzione alla Sevel di Atessa, l’azienda del gruppo Fiat che produce i furgoni Ducato in Val di Sangro. L’azienda ha comunicato lo stop anche per il turno di questo pomeriggio e con ogni probabilita’ il blocco interessera’ anche il turno notturno per lo sciopero dei Tir ancora in corso lungo la Fondovalle Sangro.
Sono ancora una ventina i mezzi pesanti fermi sul ciglio della statale 652 che impediscono alla Sevel, il piu’ grande stabilimento d’Europa per produzione di veicoli commerciali leggeri, di riavviare la produzione dei furgoni Ducato per le mancate consegne di alcuni pezzi fondamentali: finora sono circa 3.000 i furgoni non prodotti dall’inizio dello sciopero dei Tir che ha bloccato le consegne nella zona industriale metalmeccanica piu’ grande del centro sud. Lo stabilimento di Atessa e’ quello che nella galassia Fiat in Italia produce piu’ pezzi al giorno, circa 1.000 furgoni sui 4.200 pezzi complessivi che quotidianamente escono dalle fabbriche italiane che fanno capo al Lingotto di Torino.
L’azienda sta studiando un recupero produttivo, forse mediante straordinari, ma il danno si prospetta rilevante. La Honda ha sospeso la produzione, la Pilkington di San Salvo ha fermato alcuni reparti. Incalcolabile il danno alle decine e decine di aziende dell’indotto, sia in Val di Sangro che altrove.
Nel resto della regione si comincia a rivedere qualche tir circolare su strade e autostrade, ma restano i presidi dei camioni, spesso vigilati dalla polizia. In Val Vibrata uno dei blocchi, durante il quale i mezzi pesanti fermati sono stati parcheggiati anche suylle rotatorie agli snodi stradali.
Benzina ancora scarsa, e merci in esaurimento sugli scaffali dei negozi. Molti hanno aumentato i prezzi sia delle frutta che delle verdure e degli ortaggi. Una mossa che inasprisce e offende i consumatori, perchè spesso i prezzi rincarati riguardano merci che erano nei magazzini da prima dei blocchi. Purtroppo, la disonestà di alcuni commercianti non giova all’immagine della categoria.
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