Festuccia: “Siamo al 7 aprile 2009″
L’Aquila – “La città dell’Aquila è rimasta sostanzialmente al 7 aprile 2009, cioè al giorno dopo il sisma che l’ha devastata. E’ allora necessario un segnale diverso che passi per un cambio di passo e anche per un cambio delle persone destinate a gestire questa vitale e ormai indifferibile fase di rilancio economico e sociale del capoluogo dell’Abruzzo”.
E’ quanto ha sostenuto, tra l’altro, il candidato sindaco dell’Aquila alle primarie del centrosinistra Vittorio Festuccia (foto) intervenendo a Roma ad una Assemblea Generale di Sinistra Ecologia e Libertà. Iniziative alla quale, oltre al leader e segretario di Sel Nichi Vendola, sono intervenuti tra gli altri i sindaci di Milano Giuliano Pisapia, di Napoli Luigi De Magistris e di Bari Michele Emiliano, il candidato sindaco alle primarie del centrosinistra a Palermo Rita Borsellino e il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini.
Nel riprendere le parole e l’obiettivo di fondo dell’iniziativa di Vendola, ovvero quello di indicare ed imporre un modo diverso di fare politica, Vittorio Festuccia ha sottolineato come anche la politica amministrativa della città dell’Aquila abbia bisogno di una nova energia partecipativa e di una svolta vitale. Festuccia ha citato la recente pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche attribuite all’ex Capo della Protezione Civile Bertolaso per spiegare cosa sia successo allora e cosa stia ancora accadendo oggi all’Aquila. In particolare, ha citato due passaggi: il primo nel colloquio con l’ex assessore regionale alla Protezione Civile del governo di centrodestra Stati nella quale Bertolaso dice “non me ne frega nulla, l’importante è che si dia l’immagine mediatica che all’Aquila non c’è nessun problema” e l’altra con l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta “quando – ha sottolineato amaramente Festuccia – di fronte a 309 morti da onorare e seppellire, l’unica vera emergenza sembrava invece essere rappresentata dalla opportunità di trasformare i funerali di Stato in funerali solenni al solo fine di garantire così un posto in prima fila per l’allora Presidente del Consiglio Berlusconi”.
“A tre anni da allora – ha sostenuto Festuccia – la situazione non è cambiata e l’attuale amministrazione, seppur di centrosinistra e quindi vicina alle mie logiche e alla mia ideologia, non ha purtroppo saputo rispondere a quelli che erano i requisiti di base per chi vuole veramente amministrare e rilanciare la città. Sono infatti mancate due fasi importanti: quella dell’ascolto e quella della partecipazione. Fasi dalle quali poi far discendere le scelte, condivise, per una rinascita della città. In due parole, una democrazia partecipata”. “Anche nella recente riunione del Patto per il Sud, il presidente della Regione Abruzzo e il sindaco dell’Aquila – ha continuato Festuccia – non hanno posto come centrale la questione del terremoto, come andava invece a mio avviso fatto con forza e decisione, chiedendo di porre l’evento terremoto come discriminante in quanto, da allora in poi, la vita e la storia della nostra città sono radicalmente cambiate”. Nelle intenzioni di Festuccia, bisogna quindi “fare del Progetto per il Sud un progetto per L’Aquila perché L’Aquila rappresenti una centralità nel governo nazionale. Non si può lasciare una città così, con i suoi trascorsi e la sua storia, languire nel suo stato”.
Per rafforzare l’appello espresso all’Assemblea di Sel, Vittorio Festuccia ha ricordato le parole di Ignazio Silone: semmai l’umanità dovesse sparire, ciò non avverrebbe mai con una guerra o un terremoto ma con il dopoguerra e il post terremoto.
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