Terremoto, sedare gli aquilani


(Immagine: mappa dello sprofondamento del territorio aquilano dovuto al sisma 2009) – Ricordiamo a noi stessi alcuni punti fermi. Il terremoto è nella storia aquilana: c’è stato nei secoli e ci sarà sempre. Probabile che esista una periodicità di alcuni decenni. Che però non è scontata. Uno sciame sismico può portare ad un evento disastroso, lo dice la storia, e ancora di più quando le scosse durano mesi, sempre più forti e frequenti. Questo non significa prevedere (impossibile) ma predire – questo sì – il terremoto.
E’ predicibile un terremoto in California: sono d’accordo tutti i sismologi del mondo. Era predicibile che vi fosse un sisma a L’Aquila, data la sequenza impressionante dal dicembre 2008 in avanti. Nessuno poteva sapere a che ora e in quale giorno. Vi erano forse dei precursori attendibili, come il radon, ma la scienza italiana li irrise e ignorò. Vi furono lampi sismici e turbamenti elettromagnetici. Nessuno se ne diede per inteso. Irrisione, scetticismo, sorrisetti di scienziati supponenti, o forse poco informati sul terremoto. E sedativi per la popolazione terrorizzata, smarrita, lasciata sola.
Questo, in estrema sintesi, è il retroscena del sisma dell’aprile 2009. O se preferite lo scenario in cui autorevoli personaggi – il capo della Protezione civile – puntavano a non allarmare, se non a tranquillizzare. Giocandosi la balla scientifica dello scarico di energia attraverso le scosse incalzanti. Quella sì, drammaticamente, una vera sciocchezza senza fondamento alcuno.
Condivisibile lo segno di Stefania Pezzopane, unica voce a levarsi ferma e chiara a proposito della telefonata di Bertolaso alla Stati. Pensate: il capo nazionale all’assessore regionale… della protezione della gente. Che non fu in alcun modo protetta: 309 morti, migliaia di feriti, danni psicologici irreparabili, danni economici immensi per la città e per la nazione. Tralasciando gli edifici a rischio, gli studi insabbiati o nascosti, la predizione autorevole del CNR (“esiste il 29% di probabilità di un forte sisma“), la totale inerzia organizzativa e preventiva di tutte le istituzioni. I silenzi colpevoli di tutte le autorità scientifiche e civili. Quel terremoto, come il matrimonio dei Promessi sposi, non “s’aveva a verificare” . Ma ci fu. E oggi c’è un processo. Un Comune parte civile. E le altre istituzioni? Ma soprattutto, le coscienze dove sono?



21 Gennaio 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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