Commiato e sfida biotecnologie


Chieti – IL RETTORE CUCCURULLO RENDE OMAGGIO A MONS. FORTE – LA MINERVA ALLO STORICO COLAPIETRA – Cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico oggi all’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Tradizione ed emozione, i ricordi di 15 anni di inaugurazioni da parte del Rettore Franco Cuccurullo e una visione di futuro, nella sua relazione. Cuccurullo ha confermato che il suo mandato è in scadenza e che questa è stata la sua ultima inaugurazione.
Come in altri anni, anche in questo avvio di 2012, Cuccurullo svolge una relazione che va oltre i problemi specifici dell’Università, consegnando una prospettiva di futuro che quest’anno è una vera e propria sfida sul “nuovo” fronte delle biotecnologie.
Recentemente nominato Presidente del Comitato per la Biosicurezza e le Biotecnologie presso Palazzo Chigi, Franco Cuccurullo è già entrato nel suo nuovo ruolo e ha disegnato il panorama delle biotecnologie in Italia con il suo metodo di lavoro scientifico di ricercatore: visione di futuro e concretezza nell’azione, centrando le cose fatte e le tante cose da fare per dare al nostro Paese una spinta in avanti verso la modernizzazione e verso la competitività nello scenario mondiale.
Cuccurullo tratteggia le numerose problematicità che investono la Sanità e non solo ma -afferma- la ricerca continua a porre sfide continue: “Le biotecnologie, ad esempio, rendono più complesso il lavoro dei ricercatori per una richiesta di competenze multidisciplinari non certo alla portata della formazione attuale degli operatori sanitari”.
E, d’altro canto, anche la ricerca in campo farmaceutico attraversa, per Cuccurullo, un “passaggio davvero epocale”, perché “il mercato non sarà più egemonizzato da poche famiglie di farmaci (ad es. antiulcera, antibiotici, antipertensivi, statine, ansiolitici) potenzialmente fruibili da tutti i pazienti affetti da una determinata patologia. La produzione dovrà, invece, attrezzarsi per garantire trattamenti personalizzati, non più semplicemente mirati sul concetto di malattia, ma efficaci e sicuri per il singolo, in relazione alle sue caratteristiche genetiche”.
Cambia così il modo stesso di essere medici oggi: “Certamente la professionalità del medico è destinata a cambiare profondamente, anche se non sarà possibile e nemmeno giusto chiedere al medico generalista di trasformarsi in genetista o biotecnologo.
Sarà sempre più necessario che il medico generalista, pur mantenendo la sua indispensabile dimensione olistica, sviluppi una dimensione culturale più collaborativa, che sia in grado, ad esempio, di individuare, selezionare ed utilizzare reti informative di elevata affidabilità e che sviluppi la capacità di inserirsi in circuiti professionali in grado di fornire le indispensabili competenze integrative.
In tal senso, anche se i progressi e gli sviluppi delle biotecnologie sono ancora, per lo più, in fase sperimentale e, nell’immediato, non ancora utilizzabili nella pratica clinica, è prevedibile che già in un futuro prossimo il loro sviluppo obblighi a ridefinire i ruoli (attività, competenze e funzioni) nell’organizzazione sanitaria”.
Complessità del tema, i troppi pregiudizi ad esempio sugli OGM, informazione inadeguata, sono tutti temi affrontati da Cuccurullo che spiega come le cellule staminali possono risolvere alcune patologie, ma non altre, mentre per le biotecnologie c’è molto da fare: “Il problema di fondo rimane la mancanza di incentivi pubblici che possano stimolare il mercato attraverso la nascita e lo sviluppo di nuove imprese. Nel Rapporto sulle biotecnologie in Italia (Assobiotec, Report 2011) emerge che <>.
Inoltre, esperienze in altri paesi lo dimostrano, per lo sviluppo ed il progresso dell’industria biotecnologica sono necessarie -afferma ancora Cuccurullo- le competenze tecnico-scientifiche ed è indispensabile l’instaurarsi di rapporti di collaborazione tra le diverse realtà impegnate nel biotecnologico in un determinato ambito territoriale: poli universitari, enti di ricerca, aziende, devono imparare ad agire nel contesto di un network.
Per questo motivo, all’interno del CNBBSV, che sono stato chiamato a presiedere per il prossimo quadriennio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri” è stata prevista l’attivazione di un Osservatorio Italiano per la Biosicurezza e le Biotecnologie (IOBB), con il compito di pianificare e realizzare un hub (punto di riferimento telematico) per Regioni, Università e Aziende di settore che operano nel campo delle biotecnologie. In questo ambito anche la nostra Regione sarà quindi chiamata ad offrire la sua preziosa partecipazione”.
Queste riflessioni e indicazioni di prospettiva di Cuccurullo, sono frutto di lunghe elaborazioni che ruotano attorno all’equilibrio che deve sempre essere mantenuto tra ricerca ed etica. “È la ricerca ad incarnare la speranza di ogni studioso di riuscire a migliorare la perfettibilità umana. Sapere, scoprire, inventare è sempre per migliorare la condizione propria e della società in cui si vive e la metodologia della ricerca è anche una metodologia di vita. Ed è proprio per questo che la ricerca va fondata su solidi criteri di eticità: la dimensione etica dovrà ricordare alla scienza che nessun intervento promosso dalla ragione scientifica sarà moralmente accettabile se comporterà, in qualsiasi forma, una violazione della sacralità della vita umana e della unicità e dignità dell’essere”.
Ed è proprio nel sottolineare questo stretto rapporto fra etica e ricerca scientifica, che il Rettore Cuccurullo riporta quanto detto da Monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti Vasto nel corso di una Tavola Rotonda “Etica e impresa” promossa nel 2008 dal Gruppo Giovani Imprenditori della Confindustria di Chieti: “Un’impresa che guardasse solo al proprio “particolare”- queste le parole di Mons. Forte ricordate da Franco Cuccurullo- “rischierebbe non solo la bancarotta etica, ma anche quella economica e sociale. L’attenzione all’ineliminabile rapporto fra etica ed economia vuol dire anche questo: non si crescerà se non insieme, e l’impresa degli uni dovrà fare i conti con il bene di tutti, pena la sua stessa produttività e perfino la sopravvivenza.” Ed a “Bruno Forte -conclude il Rettore- dedico questa mia ultima prolusione”.
L’Onorificenza accademica “Ordine della Minerva” quest’anno è stata conferita allo storico, professore Raffaele Colapietra.
Dopo la consueta esecuzione dell’Inno di Mameli del Coro di Ateneo, dopo la relazione del Rettore, ha fatto seguito la prolusione quest’anno affidata alla professoressa Isabella Raffi, Professore Straordinario di Paleontologia e Paleoecologia della Facoltà di MM.FF.NN., sul tema “Riscaldamento climatico globale 55 milioni di anni fa: un analogo nel passato del nostro futuro?”. Sono seguiti poi gli interventi di Giancarla Giovannoli, in rappresentanza del personale amministrativo e tecnico e del Presidente del Senato degli Studenti, Lorenzo Capasso.
La cerimonia è proseguita con la proiezione del video di Luciano Paesani, “Strisciando verso Dio” e si è conclusa con il brano “Va Pensiero” dal Nabucco di Verdi, eseguito dal Coro di Ateneo.


21 Gennaio 2012

Categoria : Cronaca
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