Cari direttori, siateci tutti
Il sindaco Cialente, nel suo febbricitante e ansioso governo della ex città dell’Aquila, confida ancora una volta nei direttori dei giornali, delle radio e delle tv, e li invita a L’Aquila per il 7 febbraio. Vuol mostrare loro il nulla che, dopo tre anni, segue la distruzione. Vuole che i capi del giornalismo italiano tocchino con mano e cum oculis vedano il fallimento del “sistema Italia”.
Un fallimento vistoso, visto che non si riesce a far partire la ricostruzione, dopo aver speso ben 2 miliardi di euro. Non si può che essere d’accordo con l’iniziativa, che, ricordiamolo, è una fotocopia di ciò che fu fatto molti mesi fa. E’ evidente, sempre stando ai fatti, che non servì a nulla, ma non si può rinunciare a sperare che stavolta serva.
E’ un gesto un po’ plateale, quello di Cialente, ma cos’altro potrebbe fare un sindaco che da tre anni si arrampica sugli specchi, e che, comunque, intende ricandidarsi? Invece delle parole, dei talk show in tv (ai quali pochi credono ancora), un invito ai direttori. Venite a vedere. No, non raccontiamo balle: queste sono le macerie, questi i cantieri mai aperti, questa la rovina di una comunità che forse non sperava di risorgere rapidamente, ma almeno di cominciare a farlo in tre anni. Invece non è accaduto nulla. Il meccanismo Italia non si è sbloccato. La città delle incompiute che L’Aquila è sempre stata, oggi è essa stessa la maggiore delle incompiute. Amaro doverlo dire. Ma drammaticamente vero. Accomodatevi, direttori.
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