Il COSPA e il “movimento dei forconi”
Ofena – (Foto protesta del Cospa a Roma nel dicembre 2009) – Riceviamo: “Il Cospa allevatori pronto a mobilitarsi. Il Cospa Abruzzo rende noto che è pronto a mobilitarsi anche nella sua regione per dare forza al “movimento dei forconi”, un movimento nato subito dopo la sortita dei trattori a Roma.
Costretti a scendere in piazza, anzi sulle strade, dopo la manifestazione del 15 dicembre scorso, soffocato dalle prescrizioni della Questura e del Prefetto dell’Aquila, i quali promettevano di impegnarsi nei confronti di chi ci governa.
È passato un mese e non si è mossa una foglia, siamo stati presi in giro, in tutti i modi si è cercato di soffocare una manifestazione motivata, dovuto al mancato guadagno, grazie all’aumento dei consti di produzione.
A questo si aggiunge le mucche fatte vivere sulla carta 83 anni, per italianizzare il latte proveniente dei paesi del’est Europa e nel contempo far pagare lo splafonamento delle quote latte, agli allevatori onesti. Per non parlare del corridoio verde, un accordo per permettere l’importazione dei prodotti ortofrutticoli dai paesi del nord Africa. Un progetto ben preciso che consiste in questo: le multinazionali hanno acquistato i terreni a due soldi da dove importano gli ortofrutta, (Nord Africa), nel contempo affamano i contadini italiani per rilevare le loro aziende finite in mano ad Equitalia.
Equtalia che di equità ha solo lo strozzinaggio uguale se non più devastante dei “cravattari”, autorizzato dai nostri politicanti super pagati. Non scenderemo a compromessi con l’ordine pubblico, abbiamo tutto il sacrosanto diritto di manifestare per una legittima difesa contro uno stato corrotto di politici corrotti, in grado di vendersi tutto, anche la dignità delle persone che li hanno votati.
La Questura e la Prefettura invece di pensare a sedare la manifestazione del Cospa Abruzzo, si dovrebbero occupare di quanto sopradescritto e mettere in galera i responsabili che hanno degenerato lo stato di crisi, che sta’ determinando la mobilitazione prima in Sicilia, in seguito l’Abruzzo, per finire ad interessare la Nazione, se questi non si decideranno ad aiutate chi lavora e non i parassiti del tessuto umano”.
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