Per un pugno di carote del Fùcino

Ai contadini pochi centesimi, ai consumatori l’imposizione dei prezzi esorbitanti, con ricarichi da rapina, che finiscono in tutte le tasche di coloro che si trovano tra il contadino e il mercato di vendita dei prodotti. E’ evidentemente solo questo distorto modo di lucrare l’ingiusto profitto, la spiegazione di certi fatti. La Regione gongolante annuncia che presto sarà concesso l’IPG, una specie di marchio di qualità, alle carote del Fùcino. Sempre gongolando la Regione si deterge il sudore, e dispensa esortazioni all’ottimismo, spiegando che ci sono voluti 13 anni per arrivare all’IPG. Per vedere un’etichetta sulle carote marsicane che garantisce la loro origine e qualità, 13 anni…
Siamo talmente abituati alle storture e alle assurdità di questo nostro Abruzzo, che a chiacchiere esalta il proprio patrimonio economico agricolo, e nei fatti brancola, da non stupirci più di nulla. E anzi bisogna persino ringraziare la Regione per aver ottenuto l’IPG atteso da 13 anni… L’attuale assessore Febbo ci è riuscito. Prima di lui, silenzio e nebbie, parole e bugie, inettitudini e inerzie premiate con carriere politiche e laute prebende. Già, perchè noi – gente abituata ai cialtroni – aspettiamo dal cielo e dalla bonomia del politico di turno semplicemente ciò che ci è dovuto, e che dovremmo aver avuto da decenni. Storture e gibbosità, ormai, le abbiamo nel sange. Fanno parte del DNA, come si dice oggi. Del resto, chi ha fame non guarda se il tozzo di pane è fresco o “rifatto”: ha solo fretta di soravvivere. Averci resi tanto meschini e remissivi è, forse, la colpa più grande della politica negli ultimi 50 anni. Ci hanno castrati.