Sixty, diffidenza e proteste
Chieti – Ancora oggi manifestazioni, proteste e presidio della fabbrica da parte dei lavoratori della Sixty, prestigiosa azienda con 450 dipendenti in Abruzzo, nell’imminenza dell’ingresso nell’assetto proprietario di imprenditori cinesi. I quali, secondo i lavoratori, potranno anche essere dei benvenuti, a patto che facciano chiarezza e dicano tutto ciò che intendono fare. Niente contrarietà , quindi, ma soltanto diffidenza e richieste di garanzie. Il nuovo modello di sviluppo, secondo lavoratori e sindacalisti, potrebbe significare semplicemente teste pensanti a Chieti, ma produzioni e quindi lavoro, dislocati altrove. Per aumentare i guadagni in zone in cui il lavoro costa meno. Una tattica già nota e attuata in tanti altri casi. A fine mese dovrebbe essere pubblicato il nuovo piano industriale, che prevede sicuramente tagli occupazionali. La preoccupazione, quindi, è giustificata e i lavoratori sono giustamente in ansia.
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