Il terremoto diventa attrattore turistico
L’Aquila – Colpiti e poi anche beffati gli abitanti della zona devastata dal terremoto: ciò che non c’era mai stato, il turismo da week end, è cominciato con le macerie. L’azienda regionale del turismo e gli uffici periferici, gli amministratori, gli imprenditori privati non erano mai riusciti a praticare ciò che in ogni regione del centro nord si fa da sempre: itinerari dalla costa verso l’interno, durante l’estate, per vedere monumenti e paesaggi. Cose che in Romagna si fanno dagli anni Sessanta: ti prendono e con due soldi di portano in autobus a vedere S.Leo, S.Marino, Gradara e così via. Specie quando al mare ci si annoia per il maltempo. In Abruzzo niente di simile, a nessun cervellone che si occupa di turismo era mai venuto in mente semplicemente di copiare la Romagna, o Ascoli Piceno dove piccoli autobus per turisti circolano la domenica partendo dal Comune.
A sostituire le incapacità locali ci ha pensato il terremoto: dal mare la domenica arrivano i turisti che fotografano le macerie, ritraggono ciò che hanno visto in tv notando che dal vivo tutto è molto diverso. Così è stato ieri in piazza Duomo a L’Aquila , il solo punto della “zona rossa” che si raggiunge liberamente. Nella scuola della Guardia di finanza sono arrivati a migliaia per vedere i luoghi del G8 e le camere dei grandi della Terra. Insomma, il terremoto ha distrutto tutto e portato dei visitatori attoniti e attratti dall’orrore della città distrutta. Nessuno era mai stato capace prima di fare la millesima parte di ciò che ha fatto l’orco.
(Nella foto: La cosiddetta “casa Ciarletta” segnata dal terremoto: i turisti sono attratti da scene di questo tipo)
Non c'è ancora nessun commento.