La nave è inaffondabile, l’uomo sì

La Costa Concordia era una grande nave, una delle più grandi al mondo, 112.000 tonnellate di stazza e a bordo oltre 4.200 persone, come dire un paese abbastanza grandicello. Era una meraviglia della tecnologia, dotata di tutti i sistemi più evoluti, elegante, lussuosa, immensa, capace di lasciare a occhi spalancati anche chi di navi è pratico. Era inaffondabile. E’ affondata a due braccia dall’Isola d’Elba, dove sta inabissandosi drammaticamente. Quando una nave affonda, coricata come un titano dilaniato, va in scena uno degli spettacoli più incredibili e impressionanti. Se ciò avviene tra gli icebergs dell’oceano, è più comprensibile. Se invece accade all’Isola d’Elba, davvero un tiro di schioppo da terra, siamo fuori da ogni logica. La vicenda colpisce gli italiani, orgogliosi della loro cantieristca navale tra le migliori del mondo, e gli abruzzesi, legati alle navi oggi da turisti, ieri da emigranti verso la Statua della Libertà o il lontanissimo mondo australiano.
La nave è inaffondabile, ma affonda. Accade perchè la tecnologia più stupefacente non migliora l’uomo, non esclude i suoi errori madornali, le sue incredibili leggerezze. Se i display sono infallibili, fallibile è chi li guarda oppure ha dimenticato di guardarli. Chi costruisce congegni magnifici, ma rimane persona e quindi prima di tutto responsabile di errori. Il discorso è: niente è indistruttibile, perfetto, perchè al di sopra di tutto, c’è l’uomo. Che riesce a far fallire anche le meraviglie che è capace di costruire. Siamo un limite nel mondo e come tale, siamo insuperabili. La Costa Concordia è un magnifico mostro, una grande fabbrica di denaro e godimento, spento come la fiammella di una candelina. Un amico ci ha detto: “Volevo festeggiare i miei 25 anni di matrimonio in crociera. Ho cambiato idea”. Sfiducia nella tecnologia o nell’homo tecnologicus?