CGIL: “Un recupero, ma non sogniamo”


Pescara – (di Sandro Giovarruscio, CGIL) – Un recupero dell’occupazione, sia pure parziale, è comunque un dato positivo. Una tendenza che ci auguriamo venga confermata nell’ultimo trimestre 2011 e, soprattutto, nel 2012.
E tuttavia questo segnale positivo non può farci dimenticare che gli occupati in Abruzzo, prima della crisi iniziata nel 2008 e proseguita in questi anni, erano 523 mila, mentre oggi sono ancora 510 mila (dati Istat). A ciò sui aggiunge che l’anno scorso le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps sono state 29.325.669, corrispondenti a oltre 14 mila lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore), anche qui registrando una lieve flessione rispetto all’anno precedente.
Per quanto concerne le singole province, nel 2011 le ore di cassa integrazione sono state all’Aquila 7.957.918, a Chieti 8.359.558, a Pescara 3.716.932 e a Teramo 9.291.261, con una crescita della cassa integrazione in deroga.
Se questo è il quadro generale, al suo interno il mercato del lavoro abruzzese evidenzia punti di forte criticità. In particolare: la disoccupazione giovanile è pari al 29,6% e si assiste al fenomeno dei giovani più scolarizzati e degli stessi laureati che abbandonano la nostra regione; il tasso di occupazione femminile è pari al 42% (mentre la media nazionale è del 44% e quella europea del 58%); cresce anche il numero dei disoccupati con oltre 50 anni, per i quali è necessario e non più rinviabile un piano regionale specifico di riqualificazione e ricollocazione.
Oltre 45 mila persone inoltre sono in cerca di occupazione, al contempo crescono anche gli scoraggiati che non cercano più lavoro. D’altra parte non possiamo dimenticare quanto accade nell’edilizia, dove negli ultimi anni si sono persi oltre 10mila posti di lavoro e dove il blocco della ricostruzione pesante dell’Aquila impedisce il rilancio del settore e dell’economia abruzzese.
Per quanto ci riguarda, le iniziative prese dalla Regione e dalle parti sociali (in particolare nel Cicas, l’organismo che segue le crisi aziendali) hanno prodotto e produrranno risultati positivi che però non sono sufficienti. La situazione dell’occupazione e del lavoro resta drammatica e richiede, quindi, interventi straordinari sia a livello nazionale che regionale con l’obiettivo di realizzare un piano straordinario per l’occupazione attraverso il consolidamento e l’innovazione dell’industria, la ricostruzione delle zone terremotate e lo sviluppo di alcuni settori (turismo, economia verde, energie rinnovabili, manutenzione edilizia urbana, reti e nuove tecnologie).


11 Gennaio 2012

Categoria : Economia
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