Amicone su fusione società trasporti


Chieti – (di Mario Amicone, ex assessore regionale ai trasporti) – La famosa massima secondo la quale “una buona minoranza contribuisce a realizzare una buona maggioranza” si è ancora una volta confermata veritiera nel momento in cui il Consiglio regionale ha approvato – si spera definitivamente! – il progetto di fusione delle società pubbliche di trasporto.
La maggioranza, infatti, che pur aveva nel suo programma tale obiettivo, pressata anche dalle Organizzazioni sindacali che si sono pronunciate da tempo in tal senso, ha accettato con qualche condizione il ricatto della minoranza [fatto negativo per la democrazia e la trasparenza del dibattito democratico!] che, a sua volta, pur di ottenere tale risultato ha ritirato una serie di emendamenti sul bilancio. Emendamenti che, a questo punto, i cittadini non sapranno mai se sarebbero stati migliorativi delle scelte finanziarie ed operative che Governo regionale e maggioranza hanno servito per il 2012 alla collettività abruzzese.
A mio modesto parere, ha fatto bene comunque la minoranza ad insistere su un progetto per il quale si era già speso – vedi studio KPMG – ed ha fatto bene la stessa maggioranza a votarlo, essenzialmente per due motivi :
1) ha dato così prova – anche se con notevole ritardo – di coerenza con quanto promesso ai cittadini, perché il progetto era stato già recepito nel programma elettorale e nel documento programmatico che il Presidente Chiodi aveva illustrato all’atto del 1° insediamento dell’attuale Consiglio regionale;
2) perché oltretutto l’unificazione delle Società di Trasporto va nel senso della riduzione dei costi della politica (3 C.d.A., 3 Collegi sindacali, 3 Direttori generali e 3 Vice Direttori generali), contribuendo al contenimento e alla razionalizzazione delle spese di gestione di un pubblico servizio quale quello del trasporto pubblico locale.
Il risparmio di 6-7 milioni di euro previsto dallo studio KPMG rappresenta tra l’altro il minimo del risparmio annuo conseguibile, perché non tiene conto per esempio dei doppioni e delle triplicazioni che la Regione paga come contributo chilometrico sulle stesse tratte a diverse Società concessionarie.
Il Presidente Chiodi sa benissimo, perché in possesso di altri studi di settore, che il risparmio potrebbe arrivare anche a 10 milioni annui.
Al riguardo meraviglia l’insistenza di alcuni Presidenti che dovrebbero limitarsi ad esprimere a bassa voce un loro parere, se richiesto, evidenziando il problema delle diverse retribuzioni e dell’eventuale allineamento in alto e dimostrano invece con le loro dichiarazioni pubbliche di voler difendere lo status-quo o di non conoscere l’istituto degli assegni ad personam per l’allineamento in basso, che produrrebbe ulteriori risparmi in sede di rinnovi contrattuali.
E’ da interpretare ancora il pensiero del Senatore Tancredi, che condivide le posizioni di alcuni dei suddetti Presidenti ma sposta abilmente il tema sulla privatizzazione delle Società stesse.
C’è piuttosto da chiedersi se alla Regione Abruzzo, proprietaria quasi unica delle tre SpA dei trasporti convenga, anche in termini di servizi pubblici da garantire, privatizzare prima o dopo la liberalizzazione, prima o dopo il Piano Regionale dei trasporti, prima o dopo la decisione di indire la gara d’appalto su un bacino unico o meno.
Sono questi, a parere, dello scrivente, i ‘nodi’ che la Giunta Regionale deve sciogliere nella considerazione che la liberalizzazione prima o poi si dovrà fare, che la privatizzazione prima o poi potrà essere imposta dal Governo nazionale e soprattutto nella consapevolezza che la Regione deve assicurare i servizi minimi essenziali sull’intero territorio regionale e disciplinare (Piano dei Trasporti) la intermodalità ferro-gomma (Sangritana) e gli altri servizi a noleggio che le Società pubbliche svolgono già in concorrenza, anche se non perfetta, con altre Aziende private.
Rimane da interpretare e valutare infine il ‘macigno’ – anch’esso previsto nel provvedimento approvato dal Consiglio Regionale – della scissione del trasporto su ferro della Sangritana. Va compreso infatti se con un solo ramo d’azienda, quello su ferro appunto, permarrebbero le condizioni minime di sopravvivenza per la Società frentana, che si troverebbe così ad operare con un servizio molto costoso in un territorio privo di utenza dove si è già speso tanto e si sta ancora spendendo tantissimo (tratta Bomba-Quadri ed unificazione Stazione Castel di Sangro).
Continuare a speculare, come sostiene il Senatore Di Stefano, sui contributi statali per le ex gestioni commissariali non è sicuramente un ottimo modo di organizzare l’intero sistema del trasporto pubblico locale in Abruzzo, ed è peraltro di dubbia durata.
Ritengo che il Presidente Chiodi debba uscire allo scoperto e dichiarare cosa vuole fare e come per governare il Sistema, anche politicamente, a prescindere dalle posizioni personali dei Senatori e dei Presidenti.


11 Gennaio 2012

Categoria : Politica
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