Il centro commerciale è vuoto…
Si rianimano il sabato e la domenica. Negli altri giorni della settimana sono semivuoti, e tante persone vanno solo a perdere tempo e a scaldarsi quando fuori fa freddo. Pure i centri commerciali soffrono la crisi, hanno visto scendere gli incassi nel periodo natalizio, e qualche negozio comincia pure a chiudere i battenti. Con i fitti che pagano, c’è poco a scherzare.
Una cosa così non s’era mai vista, da quando esistono i supermercati, una quindicina d’anni qui da noi, perchè arrivarono tardi rispetto al resto d’Europa e anche dell’Italia del Nord.
Anche i tanti che hanno avuto la tredicesima mensilità , non hanno speso: forse l’hanno usata per tappare i buchi aperti durante l’anno. Forse se la sono tenuta da parte. Resipiscenze tardive di spreconi inveterati come gli italiani.
Aspramente, assaggiamo la recessione, che i più giovani non credevano possibile. Eppure è arrivata. E non siamo che all’inizio delle vacche magre. Amaramente, con un senso di smarrimento, veniamo respinti indietro nel modo di vivere, mostriamo crepe e lesioni, avvertiamo che spira il vento della rinuncia all’inutile (per ora), un domani anche all’indispensabile.
Molti si rifiutano di crederci, poi si fanno i conti, e verificano che i soldi non bastano davvero più ad andare avanti, almeno come qualche anno fa andavamo avanti. E’ trascorso un periodo natalizio desolante, tutto e soltanto una cronaca di crolli, flessioni, percentuali con il segno meno, aumenti forsennati e folli come quelli dei carburanti.
Il pizzicagnolo caro col quale parlottiamo qualche volta dice: “Io i prezzi non li abbasso, perchè vendo cose buone. Se le vogliono, le pagano”. E se non le vogliono? “La mangerò io e poi chiuderò bottega: zapperò l’orto e alleverò galline. Forse anche due o tre pecore, e una capretta”. Il figlio ha iPad, iPod e smartphone. Pare non accorgersi di niente. Che sarà di lui?
Sarà meglio sedersi a ricordare i musicanti che, in abito da sera, suonavano nei saloni del Titanic. Come allora, molti periranno, altri si salveranno. E chi s’è visto, s’è visto.
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