L’acqua è poca, la papera non galleggia
Chieti – Scrive Luciano Pellegrini: “Oggi si è effettuato la 17 edizione della rappresentazione del presepe vivente a Chieti gestito dall’associazione culturale Teate Nostra. Sino alla conferenza stampa di mercoledì 4 gennaio era in forse l’edizione per questo anno con la motivazione che:
i minori finanziamenti da parte dell’amministrazione comunale non garantivano la partecipazione dei figuranti per le scene.
Non farlo significava annullare un evento che ha sempre attirato migliaia di persone, specialmente i turisti che hanno potuto godere delle bellezze del centro storico della nostra città.
Lo spirito di volontariato, di attaccamento alla tradizione , di servizio devono essere la forza alla facile conclusione del… NON FACCIAMO NIENTE, ventilato dai “volontari non convinti”…
Purtroppo questa voce girava per le vie della città e sembra che qualche consigliere ha alimentato questa protesta.
La proposta dell’assessore al turismo Russo di creare da subito una sinergia fra le associazioni culturali cittadine,(ce ne sono sessanta quelle iscritte alla consulta delle associazioni, troppe…ndr),per non arrivare all’ultimo giorno senza che ci siano idee chiare per gli eventi più significativi della città, non la condivido appieno.
Grave non aver coinvolto l’associazione dei disabili”diritti diretti” nella realizzazione del percorso.
Le vie , gli scalini, sono stati un ostacolo, la protezione civile ha assicurato a loro l’aiuto!?
E’ impensabile gestire gli eventi come è stato fatto sino ad oggi.
Non può essere solo una associazione di volontari che organizza il:
presepe-l’infiorata-il carnevale-le sfilate medioevali-incontri culturali.
Cari amministratori se volete che a Chieti questi eventi di prestigio seguitino ad esistere dovete pensare ad un professionista che gestisce i volontari.
Non è detto che il professionista pretenda “ lo stipendio…”!
Si può trovare una persona onesta che conosce il suo mestiere e per la sua città lo fa gratuitamente.
Si risolverebbero tanti problemi ad iniziare dagli sponsor.
A tal proposito, da fastidio che i bar, le pizzerie, le gelaterie, i ristoranti fanno affari d’oro grazie a queste manifestazioni per la moltitudine di persone che arrivano in città e consumano e quindi spendono,e non versano un centesimo per aiutare le poche finanze pubbliche per la realizzazione.
Non parliamo delle altre categorie di commercianti che non accendono neanche le luci alle vetrine.
Nel quartiere di Santa Maria, in via degli Agostiniani, un solo negozio aperto.
Anche con la liberalizzazione per l’apertura dei negozi, solo qualche negozio aperto a Corso Marrucino.
Chissà cosa ne pensano Confcommercio – Confartigianato-Confesercenti?
In questa edizione per i motivi su esposti del “ dimagrimento delle finanze”,è stata eliminata la scena di Erode con le odalische, i re magi, i soldati e le danzatrici del ventre nella ex pescheria .
Questa scena aveva un costo di un paio di migliaia di euro per l’affitto degli abiti dei soldati, delle odalische e le danzatrici.
L’idea è quella di confezionare in proprio questi abiti in quanto resterebbero in giacenza per il patrimonio culturale della città.
Acquistare la materia prima avrà un costo che verrebbe presto ammortizzato!
Un’ altra scena che è stata abolita è quella dell’accampamento romano con cavalli pecore ed altri animali.
Un ridimensionamento anche per gli antichi mestieri, solo alcuni ma nel complesso con dieci mila euro stanziati e con cinquemila in prestito dalle finanze del 2012, quindi con 15 mila euro invece dei 27 mila euro dell’anno scorso, si è realizzato ugualmente il presepe.
E’ un bel risparmio che può essere ancora ridotto con opportune risoluzioni.
Per gli amanti della storia voglio ricordare che la prima edizione del presepe vivente è costato un milione…500 euro di oggi!
Conosciamo nei successivi anni,( sedici n.d.r.) le vicissitudini con l’entrata dell’euro, la svalutazione, altri problemi…, ma, quindici mila euro di oggi…30 milioni di lire, in 17 anni, penso che sia, cari amministratori, da correre ai ripari.
Nel frattempo, mentre visitavo le scene del presepe, ho voluto fare una somma iniziando dall’ingresso che non ha nessuna spesa dove c’erano un paio di soci dell’associazione Teate Nostra sino agli zampognari.
In totale sono venti scene organizzate da associazioni di volontari con abiti semplici e calcolando la frutta, la verdura, la farina, l’olio, il lievito, il vino, le pecore, l’asino ed altro, pur facendo lievitare il risultato finale della somma in eccesso, non sono riuscito ad arrivare a 15mila euro…!
Ecco la figura del professionista a cosa servirebbe!
Brutta immagine proposta alle persone e lo ritengo strumentale, è stata la raccolta dei soldi all’ingresso ,fatta dai soci di Teate Nostra e a Largo Cremonesi nella scena della pizza fritta.
In conclusione non sono mancati i panini offerti dalla Confartigianato e la porchetta offerti da Ginoble.
Questo dimostra che se si bussa qualcosa si ottiene…!
Luciano Pellegrini
C
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