Franceschini:”Noi responsabili, loro parolai”
L’Aquila – Elegante in camicia azzurrina, accigliato come spesso, con una suadente cadenza emiliana. Dario Franceschini, “capo” del PD, è giunto questa mattina a L’Aquila, ha incontrato Bertolaso e ha tenuto una sintetica conferenza stampa. Il dono della concisione gli va rinosciuto: una manna per i cronisti “taccuinati e pennati”. In sintesi della sintetica dichiarazione, potremmo riassumere il concetto di Franceschini: “Noi reponsabili e vigili, loro parolai e molto distanti dall’attuare ciò che proclamano in tv”. Il leader PD ricorda di “aver scelto la responsabilità , credendo che lo Stato debba muoversi nella disgrazia sociale come Stato”, e non come trittico di maggioranza, opposizione e cercatori di opportunità in mezzo. Occorre spirito costruttivo. Va riconosciuto il lavoro straordinario della Protezione civile, dei volontari, ma “l’opposizione deve soprattutto controllare, verificare che a riflettori spenti, gli atti siano conformi alle dichiarazioni diffuse davanti alle telecamere”. E così non è affatto, secondo Dario Franceschini: “C’è una distanza enorme tra le parole e i fatti”.
“Qui farà freddo da fine settembre – ha detto Franceschini, con a fianco il segretario del PD Michele Fina, l’assessore D’Amico, l’on. Lolli, il sindaco Cialente – 31.000 sono le famiglie terremotate, di loro soltanto una parte ha case agibili in prospettiva. Forse 10.000. In centro, 12.500 edifici sono inagibili (Franceschini ga detto prima “da demolire”, poi si è corretto). Le new towns avranno 3.500 appartamenti da occupare. E le circa 30.000 persone che hanno il problema di dove andare, cosa faranno?”.
Da aggiungere, che a settembre riaprono le scuole e a tutti si chiede di tornarvi a L’Aquila. Ma come?
In sostanza, per Franceschini, e non solo per lui, restano le 30.000 persone da accasare in qualche modo, forse con appartamenti requisiti? Il disagio psicologico e anche fisico è profondo, dilagante, estenuante. “Aspettiamo – ha detto il leader PD – risposte concrete e non di immagine. Anche sull’aspetto economico: migliaia di persone sono sul lastrico, lavoratori, cassintegrati, imprese, negozi, persone che si ritrovano un reddito zero. La zona franca, l’esonero per i comuni e la provincia dal patto di stabilità , sono esigenze senza risposta. Il rientro con il fisco dal 1 gennaio 2010 è una vergogna”. Le promesse in tv sono state quindi tradite negli atti parlamentari, diversamente da altre zone terremotate dove si ebbero 18 mesi di sospensione delle tasse, e il rientro a rate comode, con sconto del 60%, in 12 anni. “In Abruzzo invece – ha ironizzato Franceschini – chi è sul lastrico, viene chiamato a pagare le tasse… Come èpossibile che ciò avvenga? Con i 700 milioni che gli aquilani dovrebbero pagare di tasse, si pagheranno le case che sono in costruzione”. Per il PD una modifica è possibile, e “si può fare anche subito”.
(Nelle foto Col: Sopra, Franceschini con Fina e D’Amico – Sotto: Franceschini con Lolli)
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