“33 mesi, nessuna ricostruzione”
L’Aquila – Scrive Pio Rapagnà, Movimento Mia Casa: “A 33 mesi dal terremoto il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, quale “soggetto attuatore” non ha ancora dato inizio alla “ricostruzione pesante” degli alloggi pubblici classificati E di proprietà dell’ATER e del Comune dell’Aquila.
Chiedo al Provveditorato, e per esso al Ministro delle Infrastrutture e al Commissario delegato Gianni Chiodi di chiarire i motivi che ostacolano o impediscono l’avvio della “ricostruzione pesante”. Il chiarimento è “necessario ed urgente”.
Ricordo, ancora una volta, che la Ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009 ha stabilito che gli oneri per la “riparazione e ricostruzione” degli alloggi pubblici sono stati valutati in euro 107 milioni per per gli interventi da effettuarsi sugli immobili di proprietà dell’ATER, e in euro 43 milioni per gli interventi da porre in essere sugli immobili di proprietà dei Comuni del cratere”.
Il Commissario delegato – Presidente della Regione Abruzzo e il Sindaco dell’Aquila hanno sin dall’inizio deciso di avvalersi, in qualità di soggetto attuatore, del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna che avrebbe potuto provvedere “anche” con i poteri straordinari della Protezione Civile, d’intesa con i Sindaci dei Comuni interessati.
Non dovrebbe essere solo e soltanto il Mia Casa d’Abruzzo a ribadire e denunciare che, a questo punto, la situazione si è fatta davvero “seria e preoccupante”: per questo chiedo che il Commissario Gianni Chiodi ed il Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente convochino un “incontro di lavoro e di verifica” alla presenza di tutti i soggetti attuatori ed enti competenti”.
La Regione Abruzzo ed i Comuni interessati dal sisma, più di altri legati al territorio ed alla popolazione colpita, dovrebbero oggi “dimostrare” la utilità e l’efficienza dei rispettivi Compartimenti di competenza e dei loro innumerevoli Enti strumentali, Società partecipate e controllate: non si può correre il rischio di “abbandonare” ad altri soggetti “esterni” la ricostruzione, il recupero e la riqualificazione di un prezioso patrimonio residenziale pubblico.
In questi 33 mesi purtroppo ormai perduti si sarebbe potuto riconsegnare a molte famiglie, proprietari della prima casa, assegnatari di alloggi ATER e inquilini di appartamenti pubblici e in Cooperativa, una abitazione e un tetto stabili e sicuro”.
Chiedo, ancora una volta, al Consiglio regionale ed ai Consigli Comunali del cratere, di “interessarsi seriamente e tempestivamente” delle ricostruzione e messa in sicurezza antisismica del loro proprio patrimonio abitativo. Essi hanno la responsabilità istituzionale di “indirizzare, aiutare e controllare” tutte le fasi dei lavori e degli interventi.
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