Quanto è difficile capire l’Italia
Non ci riusciamo, a capirla, noi che ci siamo nati, figuriamoci gli stranieri. Forse l’appellativo dei tedeschi (“Italia, cicala d’Europa”) è fin troppo bonario, Mariteremmo di peggio. Basta meditare sui dati.
In Italia ci sono gli stipendi più bassi d’Europa per la maggior parte dei lavoratori. Ma i politici più pagati. Abbiamo milioni di pensionati da fame, ma un piccolo nugolo di pensionati d’oro mandati a casa con assegni vergognosi. Abbiamo i prezzi della benzina più alti d’Europa. Per la ricerca, però, spendiamo due soldi ed esportiamo cervelli verso paesi che li assumono e li pagano bene. Non certo per generosità .
Abbiamo gli studenti più ignoranti forse del mondo, e leggiamo libri meno di tutti gli altri in Europa. Però primeggiamo nel numero di telefonini e altri marchingegni informatici. Non conosciamo l’inglese, e spesso neppure l’italiano. Ma pretenderemmo di svolgere mansioni e lavori di poco impegno e grandi compensi. Siamo gli evasori più sfaccaiti e numerosi del mondo occidentale. La nostra classe dirigente è tra le più corrotte. Non riusciamo a sconfiggere la piaga dei botti di Capodanno, contiamo però feriti (quasi 600) e morti ad ogni fine anno.
Siamo diventati razzisti, intolleranti, violenti. C’è chi vuola la secessione. La patria sappiamo cos’è solo ai campionati di calcio. Della banidera nazionale importa a pochissimi, del Paese lo stesso. Lo amiamo solo se ci fa rubare ed evadere il fisco. Appena arriva una regola, urliamo e protestiamo. Abbiamo città come Napoli sommerse dai rifiuti, e città come Venezia in acqua melmosa e infetta. Lasciamo crollare i monumenti, come a Pompei. Ci fermiamo qui, ma si potrebbe continuare.
Sarete d’accordo se ripetiamo: quanto è difficile capire l’Italia. Apprezzarla, ancora di più. Amarla, solo se sei emigrato altrove. O disinformato.
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