Prima le case? No, le chiese


L’Aquila – “CON I SOLDI DI UN SOLO RESTAURO, SI STABILIZZEREBBERO DECINE DI GIOVANI PRECARI” – Il cronista dialoga con il padre (anziano) di due giovani: il ragazzo era precario ed ha perso il lavoro. Si sente finito, “è depresso e silenzioso“. La ragazza sarebbe un’insegnante abilitata con tutte le carte in regola, ma inutilmente attende una chiamata da almeno una delle tre province in cui giacciono i suoi documenti, i suoi punteggi, le sue istanze. “Neppure una supplenza di una settimana, da anni aspetta”, dice il padre.
Che estende e generalizza il ragionamento. Chiede al cronista, a patto che non riferisca il suo nome: “Le pare giusto che si spendano 12/15 milioni per la cattedrale di S.Massimo e l’edificio della curia, prima che le case siano ricostruite? E con tanti disoccupati e precari? Con quei soldi, si darebbe lavoro stabile ad un buon numero di giovani che sono stati derubati del presente e del futuro, insieme con i loro genitori prostrati da situazioni di ansia e depressione quotidiane”.
Il cronista non può che rispondere, soppesando il quesito, che ha una sua cruda validità. se non a suo modo: con dei dati, peraltro diffusi oggi, quindi aggiornati.
E’ vero. Molta attenzione per gli edifici ecclesiastici, meno per le civili abitazioni dei cittadini colpiti dal terremoto. Parlano i fatti: le chiese riaprono, le case “E” no. E’ stata dimenticata la regola (pragmatica e proficua) adottata per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli: prima case e fabbriche, poi le chiese. La riapertura sollecita delle chiese è stata, da noi, considerata esigenza prioritaria. Che a molti pare discutibile. Ma tant’è.
Ecco somme di denaro e numeri di fonte ufficiale.
“La città e i centri più colpiti dal sisma hanno condizioni di danno tali da richiedere purtroppo tempi lunghi e finanziamenti cospicui per il recupero degli edifici storici ed ecclesiastici. Per dare seguito, però, alla necessità di riaprire le chiese nel capoluogo abruzzese, già nel novembre 2010, il Commissario Chiodi ha firmato il decreto n. 24 sul “Primo programma di interventi prioritari” , che ha dato il via a lavori su edifici pesantemente danneggiati, tutti ubicati all’interno del cratere sismico: 27 nel comune dell’Aquila, 10 in provincia dell’Aquila, 1 in provincia di Teramo e 1 in provincia di Pescara”. Lo ha dichiarato il vice Commissario alla tutela dei beni culturali, Luciano Marchetti.
Il progetto ‘Una Chiesa per Natale’, appena concluso, ha invece avuto “l’obiettivo di assicurare a ogni parrocchia, in tempi brevi, un luogo per la celebrazione delle cerimonie religiose entro Natale. A tale scopo è stato chiesto alle singole diocesi (Avezzano, Chieti-Vasto, L’Aquila, Pescara-Penne, Rieti, Sulmona-Valva e Teramo-Atri) di consegnare un elenco delle parrocchie prive di chiese agibili, verificato in un secondo momento con i dati di stima del danno a disposizione del Vice Commissario per i beni culturali. In vista della priorità degli interventi, si è tenuto conto dei tempi previsti per il recupero e delle necessità pastorali legate al luogo di culto”.
E’ quanto recita testualmente uno dei punti dell’accordo sul recupero del patrimonio culturale ed ecclesiastico di 71 chiese in Abruzzo, lesionate dal sisma del 6 aprile, firmato il 30 luglio 2009 a Coppito, alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dal ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi e dal segretario generale della Cei, Mariano Crociata. Il progetto ha riguardato, nello specifico, 29 chiese della diocesi dell’Aquila, 13 di quella di Sulmona, 5 di quella di Teramo, 11 di Avezzano, 9 della diocesi di Pescara, 4 di quella di Rieti. Al finanziamento iniziale di 12 milioni di euro, previsto dall’ordinanza n. 3820 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati aggiunti ulteriori 2,125 milioni di euro stanziati dal Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi.
Ciò ha permesso di recuperare complessivamente 116 edifici ecclesiastici, scelti in accordo con le rispettive diocesi, secondo i seguenti criteri: tempi brevissimi per ridare un edificio di culto alle comunità; (di conseguenza) scelta di edifici con minor danno subìto; necessità pastorali proprie delle Curie. La notte di Natale la messa per la comunità aquilana è stata comunque celebrata nella Basilica di S. Maria di Collemaggio, scelta quale luogo simbolo della rinascita, con una messa in sicurezza che ha comportato un grande sforzo economico, oltre che progettuale, ed un impegno umano da non dimenticare.


04 Gennaio 2012

Categoria : Cronaca
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