Chiarino, dai boschi aria buona
L’Aquila – Una porzione di foresta del Chiarino di circa 200 ettari, che dal 1998 è di proprietà del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è in grado di compensare ogni anno una quantità di CO2 (anidride carbonica) pari a quella emessa da 650 automobili.
L’interessante dato è stato presentato all’Ente Parco dal Prof. Pier Maria Corona, dell’Università degli Studi della Tuscia, ateneo con cui il Parco ha in atto una collaborazione scientifica, ed arriva da una tesi di laurea in scienze forestali dal titolo “Mappatura e stima statistica di attributi forestali mediante approccio K-NN: un caso di studio nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”, discussa da Valerio Quatrini.
La tesi di laurea presenta i risultati ottenuti attraverso l’applicazione di una metodologia sperimentale a basso costo denominata “k-NN”, impiegata per la spazializzazione, la mappatura e la stima statistica di alcuni parametri forestali rilevati all’interno del Bosco del Chiarino. L’importanza della valutazione di tali parametri è legata sia all’analisi delle dinamiche del carbonio (ed esempio la quantità di carbonio sequestrata all’interno del bosco), sia all’applicazione di una gestione sostenibile delle risorse forestali all’interno del Parco come, ad esempio, attraverso la pratica della selvicoltura sistemica.
I risultati dello studio sono stati accolti con soddisfazione dall’Ente poiché sono anche la riprova dell’interesse scientifico che il patrimonio forestale del Parco continua a destare, quale segno tangibile e risultato dell’impegno e della cura con cui tale patrimonio viene gestito e tutelato.
Il Parco, infatti, ha ben presente che le foreste, oltre ad avere grande importanza come ecosistemi e riserva preziosa di legna da ardere e da opera, sono i maggiori produttori d’energia del pianeta e, tramite il loro incessante lavoro, formano i composti organici, catturando anidride carbonica e rilasciando ossigeno. La cattura del carbonio atmosferico consente di contrastare l’effetto serra, principale responsabile dei cambiamenti climatici in atto e, pertanto, la conservazione dei boschi e l’applicazione di una selvicoltura sostenibile contribuiscono in maniera determinante alla realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kioto.
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