Qualche cosa si muove a L’Aquila
Chieti – Riceviamo da Luciano Pellegrini. “La basilica di San Bernardino da Siena, a L’Aquila, riconosciuta come uno dei più grandi monumenti abruzzesi che il terremoto del 6 aprile del 2009 ne ha gravemente danneggiato l’abside ed il campanile, è uno dei tre cantieri di restauro avviato nel centro storico .
Gli altri due cantieri sono la chiesa di San Biagio d’Amiternum e l’oratorio di San Giuseppe dei Minimi,il cui restauro è stato adottato dal povero e generoso Kazakistan.
La ditta ICIET Engineering srl specializzata nel restauro e alla conservazione del patrimonio monumentale, sta restaurando la basilica che fino al terremoto custodiva le spoglie mortali di San Bernardino da Siena.
Il campanile ha riportato il crollo totale della copertura e di tre dei quattro lati della cella campanaria,danneggiando gravemente tutta la zona sottostante, mentre la cupola presentava un quadro di screpolature di rilevante entità con lesioni passanti fino alla finestra del tamburo ed oltre.
In seguito al terremoto del 1703 l’interno della basilica realizzato con tre navate ed a croce latina, della lunghezza di circa cento metri, venne completamente ricostruito in stile barocco. Nel 1724 Ferdinando Mosca di Pescocostanzo AQ realizzò lo splendido soffitto in legno che venne dipinto da Girolamo Cenatiempo.
Quest’ultimo è anche l’autore degli affreschi nella cappella che ospita il mausoleo. Nel 1773 Donato Rocco di Ciccio realizzò l’altare maggiore.
San Bernardino, nato a Massa Marittima l’8 settembre 1380 e morto all’Aquila il 20 maggio 1944 è molto venerato in città.
Fu un predicatore appartenente all’ Ordine dei Frati Minori.
Nel 1444, pur essendo molto malato, su invito del vescovo Amico Agnifili, si recò a L’Aquila, anche per tentare di riconciliare due fazioni che in città si affrontavano apertamente e qui morì il 20 Maggio.
Si racconta che la bara continuò a gocciolare sangue fino a quando le due fazioni non si furono riappacificate.
La Sovrintendenza ai beni culturali ha deciso di aprire alle visite questa basilica.
Su appuntamento, chiunque può salire sulle impalcature e assistere ai restauri.
Originale è stata l’esperienza di arrivare al soffitto a circa 25 metri dal suolo con un montacarichi, azionato da una addetta.
Mentre salivi affacciandoti vedevi sotto di te l’interno della basilica rimpicciolirsi e impacchettata dai tubi.
Entrati nel locale dove diversi addetti stanno restaurando i dipinti è stata una bella emozione vederli così vicini, quasi toccarli e godere della loro bellezza.
Questa basilica è molto amata e venerata dagli aquilani anche per un altro motivo.
Da questa basilica escono i simboli della processione del venerdì santo accompagnate dalle struggenti note del 50 salmo biblico, una supplica composta da Davide in esilio a Dio per chiedergli la misericordia per la debolezza dell’uomo
E’ un canto di dolore composto da un musicista teatino e maestro di cappella Saverio Selecchy.
Terminata la visita sono entrato in un bar. Mi ha fatto riflettere una riflessione fatta dal giovane barista con il quale mi sono intrattenuto a scambiare alcune impressioni.
A cosa serve, mi ha chiesto, ristrutturare le chiese con un impegno finanziario non indifferente, quando non esiste più un tessuto sociale che può utilizzarlo come luogo di culto o di passatempo? Vero!
Un’altra cosa che ho notato in questo bar, piccolo ma situato nel centro storico e nonostante con qualche “ acciacco” da terremoto, è uno dei pochi aperti, la promozione di ciò che offre.
Il bar è frequentato da giovani e la loro scelta si indirizza su bevande abbastanza alcoliche: la Tequila-il Mojito – l’amarissimo Assenzio dal sapore di anice.
Liquori ad alta gradazione alcolica il cui costo non è proprio da studente…3 euro…6 mila lire!
Nel frattempo la città è sempre più invasa dalle vetture. I mezzi di trasporto pubblico sono semivuoti. Dove andranno tutte queste vetture con una sola persona?
Ho chiesto alla gente che incontravo se era vero quello che vedevo.
La risposta è stata affermativa e giustificata dal fatto che gli aquilani abitando nei MAP o nelle C.A.S.E. non avendo ancora il problema di pagare le tasse ed altro, con i soldi che risparmiano preferiscono acquistare vetture nuove e gironzolare per la città per passare il tempo.
Il sindaco Cialente ed il governatore Chiodi a fine anno 2011 sono andati a Roma a chiedere soldi al presidente del consiglio Monti per la ricostruzione, 190 milioni circa, ma ne hanno ottenuti solo 30, con la proroga di tutti i contratti di lavoro e la copertura delle spese dell’emergenza per tre mesi.
Come al mercato delle vacche si sta barattando la cifra e si spera che possa arrivare a 50 milioni
Sempre per tenere sveglia la cittadinanza e le istituzioni c’è lo smaltimento delle macerie che è a rischio.
La cava utilizzata è quella della ex Teges situata in località Pontignone, vicino a Paganica.
C’è una pronuncia del TAR che potrebbe bloccare la procedura su ricorso della ditta che gestiva il sito.
Quindi altro problema non di poco conto per far restare ferma la città.
Ma circolano voci di popolo” vox populi…” su misteriose agenzie immobiliari pronte ad acquistare case.
Verranno abbattute quelle terremotate e ricostruite?Ci sarà speculazione?
Fra pochi mesi si voterà per l’elezione del sindaco. Aspettiamo di conoscere i contendenti e cosa proporranno.
Sarà la volta buona affinché qualcosa si muova?”.
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