Capodanno? Ha fatto crack
L’Aquila – NIENTE ORDINANZA PER L’EMERGENZA, SOLO ANNUNCI DI RINCARI – Chiunque senti, la litania è uniforme: Capodanno da poveracci. Capodanno dimesso, povero, sfiduciato. Dunque, dopo Natale (anche a causa della scarsità di neve per gli sciatori), anche Capodanno sta facendo crack, un cedimento… strutturale dovuto alla crisi, all’incertezza, all’incubo degli aumenti che cominciano a piovere dalla mezzanotte con la stangata da 8,06% sui pedaggi autostradali. La mazzata precedente, ben più consistente, ce l’avevano inflitta nei giorni di metà dicembre con aumenti folli dei prezzi dei carburanti. E poi, ci sono i rincari in arrivo su corrente, gas, acqua e quant’altro. Senza dimenticare che, comunque, tutto costerà di più, perchè costano di più i carburanti e in particolare – lungimiranza delle autorità italiane schiave dei petrolieri – quelli da autotrazione.
Un tempo il diesel costava meno, perchè serviva anche ai mezzi commerciamli. Oggi è sul quel prezzo che si sono inbufaliti i patrolieri, portandolo alle stelle.
L’Italia è il paese in cui i carburanti costano di più nell’intera Europa. Vorrà anche dire qualcosa, o il premier Monti non è d’accordo? I petrolieri in Italia fanno il bello e il cattivo tempo, usando il meschino inganno dell’aumento immediato e della diminuzione, quando proprio sono obbligati a farla, dilazionata nel tempo. Paese di pagliacci, ma, ricordiamo, anche paese di ladroni…
L’esito di simili modi di comportarsi lo abbiamo, però, assaggiato come mai prima, e per chi impone rincari e aumenti dovrebbe essere un monito pesante. La gente ha smesso di comperare, viaggiare, andare fuori a cena, fare la spesa ricca, bazzicare boutiques e negozi di lusso, festeggiare Capodanno e Natale. E di comperare automobili, benchè siano vendute a condizioni davvero invitanti. La gente ha semplicemente smesso di consumare. Capodanno è un crack storico: pochi cenoni, poche prenotazioni, pochi viaggi all’estero, poca spesa, supermercati semideserti, mercato del pesce precipitato a livelli che molti commercianti definiscono “mai visti”. I dati ufficiali (per quanto vogliamo crederci) parlano di 4 persone su cinque a casa, della diminuzione del 50% nelle prenotazioni, di “spesa oculata” per quelli che l’hanno fatta. Vanno di moda le lenticchie per il cenone, perchè portano fortuna. Ma pochi ci credono: infatti, sostanzialmente la gente è spaventata, non spende nemmeno quando e se può.
Situazione, ovviamente, peggiore che altrove a L’Aquila e nel cratere, dove l’ordinanza del governo per precari ed emergenza alle 17,30 di oggi 31 dicembre non è ancora arrivata, e quindi lunedì molti non sapranno se hanno ancora un lavoro o no. Lo sbando è totale. Nessun ufficio stampa comunica qualcosa. Il sito della ricostruzione è fermo al 29 dicembre. Dopo un bel Natale, un pessimo Capodanno. Non è un incoraggimento neppure per i più irriducibili ottimisti.
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