Facile augurarsi un buon anno 2012
Sarà facile per chiunque recitare il rituale “ti auguro buon anno”, oppure il banale “buona fine e buon principio”. Infatti, il 2011 è andato male, facile che il 2012, almeno per i più, sia un tantino migliore. Tutto è relativo e i confronti pure: se sto nel buio, una fiammella di candela diventa luce vivida. L’anno che si approssima comincia con impetuose tempeste solari. L’inverno è mite come non dovrebbe essere, la neve manca, l’economia è mancata del tutto. L’Italia muove incerti passi camminando, dice Monti, sull’orlo del crepaccio. Da Roma all’Abruzzo nessun regalo di fine anno. Come volete che uno si aspetti il 2012? Migliore, è naturale. Sarebbe persino illogico continuare a precipitare, perchè c’è sempre il fondo in ogni barile. E sul fondo si rimbalza tornando verso l’alto.
Non vorremmo indulgere ad un ottimismo di maniera, ma dovrà essere sicuramente così. O almeno siamo obbligati a crederlo, a sperarlo. La storia insegna che le crisi arrivano, spazzano via, fanno danni, e poi finiscono lasciando stimoli e lezioni. Impareremo a essere meno tronfi e spendaccioni. Impareremo che per muoversi basta un’utilitaria, o meglio ancora le suole delle scarpe. Vivremo più spartanamente. Le signore impareranno che l’insalata è meglio lavarla, che pagarla già lavata e sminuzzata 21 euro al chilo. Forse. Oppure affonderemo. In fondo, nel futuro di ogni cittadino del XXI secolo c’è un attrezzo millenario: la zappa. Meglio cento metri quadrati di terra per farci l’orto, che una BMW da 60.000 euro (a rate).
Non c'è ancora nessun commento.