Scoop: sotto piazzale Paoli, il vuoto – Prime luci sui misteri della città da sempre a rischio


il-vuoto-sotto-piazzale-paoli-evia-venti-settembreL’Aquila – Abruzzo24 ore tv ha divulgato un autentico scoop giornalistico, con ampia documentazione che va proposta prima di tutto alla Procura dell’Aquila, e in secondo luogo agli ingegneri che, in convegno giorni fa, hanno proclamato: noi non abbiamo sbagliato niente! Lo scoop della testata aquilana è supportato da alcune foto, inviate da Gianfranco Di Stefano, davvero clamorose: provano senza ombra di dubbio che sotto gli edifici di Piazzale Paoli, lato via Venti Settembre, ma forse anche nei dintorni, a suo tempo c’erano caverne, ambienti vuoti, forse derivanti da miniere dismesse, che furono colmati prima dell’edificazione degli edifici. Uno di essi, in via Campo di Fossa, si è sbriciolato il 6 aprile causando 27 innocenti vittime. Una tragedia senza uguali, e senza dimensioni. Agghiacciante.

Ora forse si comprende meglio perchè ci sono stati i crolli: nel sottosuolo c’erano riempimenti e probabilmente ambienti ancora vuoti, caverne, cavità carsiche e anche non naturali. Materiale che la Procura e la Protezione civile hanno in mano, e che sarà valutato da chi indaga. In pratica, quando si costruirono gli efici recenti e meno recenti, c’era chi doveva sapere, e nonostante ciò non vi furono sondaggi geologici adeguati. Oppure vi furono? E nessuno vi badò? L’inchiesta sulle vittime del terremoto ha una strada chiaramente indicata dai documenti pubblicati dalla testata aquilana, che ha svolto un ottimo, encomiabile lavoro giornalistico. Pubblichiamo una delle immagini di Abruzzo24ore.tv e un’altra, scattata da noi, che ritrae il baratro di via Campo di Fossa.

via-campo-di-fossa-casafiglia-rvOra c’è una prima, inequivocabile prova delle voci che da tempo circolano, come sempre senza il coraggio di documentare e dimostrare, cosa che invece hanno fatto il Di Stefano e Abruzzo24ore.tv: le voci circa cavità, caverne naturali e non naturali, di cui il sottosuolo di gran parte della vecchia città sarebbe disseminato. Specialmente in alcune zone, da sempre guardate con sospetto, come l’area Campo di Fossa. Una conferma che comincia a diradare le oscure, occultate verità sui retroscena del terremoto aquilano: molti sapevano, molti temevano, molti chiudevano occhi e bocche così come era avvenuto per decenni in precedenza. Mai accertamenti geologici, sondaggi, verifiche. Nascosti documenti e studi sui rischi sismici, uno dei quali di una ventina di anni orsono, letteralmente annullato, svanito, che ci fu brutalmente impedito di pubblicare, negando ogni accesso, ogni verifica giornalistica. Nascoste verità troppo scottanti per essere rivelate: altro che vincoli, protezioni, ridicole ristrutturazioni solo estetiche. La città, come dice il direttore generale della Provincia Gianni Di Pangrazio nell’intervista che potete leggere qui sotto, fatta due giorni fa, ha bisogno di sicurezza, sicurezza, sicurezza, e non i tutele e vincoli terorici, protettivi, conservativi, ma non capaci di dare sicurezza agli edifici. L’Aquila antica era tutta da studiare con i mezzi moderni, tutta da capire. E poi, i crolli e i morti. Oggi la Procura ha l’immane compito di soppesare tutto ciò e di trarre le conclusioni che, dopo tanto tempo, saranno ancora possibili. Saràmai fatta giustizia? Anzi, sarà ancora oggi possibile fare giustizia nei confronti di persone scomparse, vecchie o decedute?
(Le foto: Sopra quella storica pubblicata da Abruzzo24ore.tv - Sotto quella da noi scattata nel baratro di via Campo di Fossa, dove un palazzo è scomparso con 27 persone, tutte morte)


24 Luglio 2009

Categoria : Cronaca
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