Mostra “La bellezza della realtà”

Castel di Sangro -Scrive Lino Alviani: “E’ visitabile presso la Pinacoteca patiniana di Castel di Sangro una importante e particolare Mostra dal titolo LA BELLEZZA DELLA REALTA’, Patini, Crocetti e i contemporanei, che comprende opere di Artisti che coprono il periodo di oltre un secolo e che rimarrà aperta fino al 15 gennaio con apertura dal mercoledì alla domenica ore 16,30-18,30 e dal venerdì alla domenica ore 10,30-12,30.
La Mostra, organizzata grazie alla Fondazione Crocetti ed alla Ass. culturale Metamorphosis, comprende otto sculture in bronzo di notevole spessore del raffinato Artista giuliese Venanzo Crocetti ed alcuni dipinti di Artisti contemporanei quali Brindisi, Calabria, Chia, D’Acchille, De Chirico, Falconi, Guttuso, Greco, Manzù, Omiccioli, Sironi, Vespignani ed altri.
Parte integrante della esposizione sono anche quattro opere del Patini salvatesi dal terremoto dell’Aquila e recentemente restaurate dalla Fondazione Crocetti. Le opere, soggetti religiosi dell’ultimo periodo di vita dell’Artista e provenienti dalla Chiesa di Santa Maria dei raccomandati di San Demetrio sono L’Angelo custode, Anime del Purgatorio, Immacolata concezione e Santi, San Carlo Borromeo comunica gli appestati.
La Pinacoteca patiniana, che la Città di Castel di Sangro ha voluto dedicare a questo suo illustre figlio ed Artista, è ubicata presso il Palazzo de Petra (palazzo medievale del XII-IV sec., appartenente alla nobile famiglia di giuristi de Petra, che esercitarono il proprio dominio sul territorio per diversi secoli) ha al suo interno oltre 40 opere del Patini e di suoi allievi e contemporanei quali Pitocco, Patrignani, Michetti, Terenzio, Pellicciotti, Barbella, nonché una preziosa scultura in bronzo, La natività, attribuibile alla scuola di Benvenuto Cellini.
E’ possibile inoltre ammirare in tutto il suo splendore una delle più importanti e rappresentative opere dell’Artista sangrino Bestie da soma (facente parte della famosa trilogia con L’erede e Vanga e latte), di proprietà della Provincia dell’Aquila, e dove egli esprime la sua volontà di documentare in maniera esplicita e con provocazione sociale la povertà, il sudore e il duro lavoro del proletariato rurale, raccontati con piccoli eventi quotidiani dagli stessi protagonisti.