Le opinioni – L’ABC della crisi
(di Giampaolo Ceci) – Bisogna salvare l’Italia. Bisogna ridurre il deficit per non uscire dall’Europa. Manovra equa e dura per essere credibili. I mercati non capirebbero…. Accidenti ma allora la situazione è grave, si rischia la bancarotta! O ci stanno “zufolando” un’altra volta?
Per chi non ci ha ancora capito nulla, facciamo un esempio terra terra che però non va alle ragioni principali della crisi, ma si sofferma principalmente, e un po’ superficialmente, solo sulle sue conseguenze italiane.
Per avere un quadro generale bisognerebbe analizzare anche l’astrusa organizzazione del sistema economico che governa il pianeta e sulle motivazioni storiche che l’hanno prodotto. Su questo però magari, ci soffermeremo un’altra volta.
Semplificando un po’ ma mantenendo inalterati i rapporti tra i numeri, vediamo assieme cosa succede in Italia.
Immaginiamo una famiglia (la famiglia del sig. Italia) formata da due genitori e due figli piccoli che non costano e non producono alcun reddito.
Solo il marito lavora, fa l’artigiano e guadagna 30 mila euro lordi l’anno (cosiddetto PIL: prodotto interno lordo). Vivono nella loro casa di proprietà.
La sig. Italia e i suoi figli vivono spendendo più di quanto incassa in capofamiglia.
La famiglia Italia sconsideratamente, ogni anno continua imperterrita a spendere più di quanto guadagna.
Per coprire disavanzo annuale chiede altri prestiti alla banca attivando una spirale perversa che la indebita sempre di più, perché non aumentano solo i debiti verso la banca, ma anche gli interessi sui debiti.
Dopo qualche anno la famiglia Italia ha accumulato un debito spaventoso pari al 120% del reddito annuo prodotto dal capofamiglia. Ovvero dovrebbe stare per oltre un anno senza spendere un euro per restituire l’intero debito alla banca.
È evidente che ad un certo punto il capofamiglia chiama Signora e figli e dice:” cari miei, così non si può andare avanti, se vogliamo restituire il prestito alla banca bisogna almeno azzerare il deficit annuale. Così facendo almeno smetteremmo di chiedere altri soldi per pagare i debiti dell’anno. Insomma, bisogna spendere solo quanto incassiamo col mio lavoro! Capito?!
Dopo una breve riflessione, il capofamiglia capisce che anche facendo così, non basterebbe perché, resterebbero comunque da restituire i soldi presi a prestito fino a quel momento e quel che è più grave, il debito continuerebbe a salire ugualmente perché continuerebbero a correre gli interessi .
Conclude: “Non basta spendere quanto si guadagna ma, bisogna spendere ancor meno per iniziare restituire alle banche il prestito con gli interessi”.
La moglie e i figli non gradiscono la ricetta, perché é difficile rinunciare alle comodità per chi è abituato a spendere più di quanto incassa. Ancora di più se si deve restituire tutto in tempi brevi, e obbietta: “ perché invece che ridurre le spese non lavori e guadagni di più (aumentare il PIL)? Potremmo ugualmente restituire il prestito alle banche senza rinunciare a niente! ”Sì, è vero, obietta il marito, ma guadagnare di più significa che devo lavorare di più e già oggi torno tardi la sera. Spendere di meno invece significa togliere ai figli qualche lusso o servizio superfluo, se non basta gli tagliamo la palestra e riduciamo la paghetta, dopotutto non gli manca nulla del necessario.
Per produrre di più poi, non solo faccio più fatica, ma dovrei anche comprare macchinari nuovi, assumere un collaboratore che mi aiuti, fare pubblicità per allargare il giro di clienti, insomma bisogna investire! Con quali soldi, se già ora siamo indebitati? Anzi, visto che insisti, sai che ti dico Sig.ra Italia? Se devo lavorare di più per farvi continuare a fare la vita comoda preferisco divorziare e formare un’altra famiglia magari con quella tettona della rumena che non ha tutte le vostre pretese e oltretutto mi accoglie a braccia aperte.
Vi lascio tutti e mi trasferisco là, così ora andrete voi a lavorare per produrre il reddito da restituire alle banche. Dopotutto io ho un mestiere. Se sono sopravvissuto fino ad oggi mantenendovi nonostante la vostra voracità, ci riuscirò ancor meglio formandomi un’altra “famiglia” meno spendacciona che non solo non mi chiederà ogni settimana più della metà di quanto guadagno per il parrucchiere e per le paghette dei figli improduttivi, ma mi terrorizza anche con la Guardia di Finanza ed Equitalia se non lo faccio puntualmente.”
Anche i contadini trattano bene le mucche che gli danno il latte!”
La situazione della Famiglia Italia però non deve necessariamente ricorrere a tanto perché, pur essendo indebitata, possiede pur sempre la casa in cui vive, che da sola vale il doppio del suo debito, interessi inclusi.
È solo per questo che le banche e i grandi investitori si sentono garantiti e le fanno ancora credito.
Ecco in pillole la situazione italiana.
Il discorso sembra scorrere come l’olio. Purtroppo non è così perché la crisi italiana va considerata anche dal punto di vista delle grandi banche (intese come aziende che devono produrre il loro utile) che in un sistema globalizzato, seppure con la garanzia della casa, potrebbero non trovare più conveniente prestare soldi alla Famiglia Italia, perché ci sono altre famiglie che sono disposte corrispondere loro maggiori interessi o possono fornire maggiori garanzie lasciando la famiglia Italia senza i soldi per pagare le sue spese.
Qui le cose si fanno più complicate. Se il direttore vorrà ospitarmi, ne parleremo un’altra volta.
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