Monti, ci vuoi morti o vivi?
L’Aquila – (di G.Col.) – Domani 28 a Roma il presidente Chiodi e i sindaci del cratere – primo dei quali Cialente dell’Aquila – saranno ricevuti dal premier Monti, che, grazie ai buoni uffici di Gianni Letta (meno male che almeno lui continua a rispondere agli appelli abruzzesi), dopo una salutare (per Monti) pausa natalizia tra le sue nebbie padane, si rimette al volante del Governo. Il presidente Monti dovrà dirci se ci vuole morti o vivi.
Al cratere sismico occorrono ingenti risorse per la ricostruzione. Il presidente Chiodi, che in fondo è anche lui un tecnico come Monti, ma ha anche sentimenti e cuore abruzzesi, spiega che due miliardi di euro sono giùà stati destinati e in parte spesi (in tre anni circa) per l’area terremotata. Da quella riserva usciranno i soldi per la ricostruzione, almeno per il primo momento relativo al 2011. Oltre ai due miliardi, e questo deve essere chiaro, occorrono subito – dice sempre Chiodi – altri 80 milioni da utilizzare per l’emergenza nel 2012. Lo stato di emergenza nel cratere fu prorogato a tutto l’anno che comincia il 1 gennaio: evidentemente se ne avvertiva l’ineludibile necessità . Per gestire tale emergenza, occorrono soldi: non solo per i precari, ma anche per autonoma sistemazione e altre esigenze che persistono, in quanto persiste l’emergenza. Non accordare tali 80 milioni sarebbe come dire alla massaia: confeziona una torta al cioccolato. Ma non darle nè farina, nè uova, nè zucchero nè tanto meno cioccolata.
E’ molto semplice da spiegare e anche da capire.
Chiodi, Cialente e gli altri domani dovranno parlare a Monti di queste cose, chiarirle, spiegarle, documentarle ad un premier che ha tantissimi problemi ben più pressanti e di portata nazionale. Il professore sta lì a salvare l’Italia, si dice. Ovviamente, anche il cratere sismico è un pezzetto d’Italia, che ai problemi di tutti, ne somma altri solo suoi, che si possono ben definire drammatici. Siamo una crisi nella crisi. Siamo un malato grave tra tanti altri malati.
Nessuno è ottimista e, anzi, da quel che si sente, anche il presidente Chiodi preferisce non illudere nessuno. Sul piatto delle bilancia ha messo le sue dimissioni da commissario alla ricostruzione. I sindaci, compreso Cialente, con consiglieri e assessori, hanno messo le loro. E’ orribile dover combattere in questo modo per ottenere ciò che è dovuto, ma siamo in Italia, e quindi viviamo un’anomalia genetica nel contesto delle democrazie occidentali. Questo è un paese che si ama con sofferenza, con sacrificio. Chi ha ancora la forza per farlo, lo deve accettare com’è.
Ci restano 24 ore per sapere se ci vogliono morti o vivi. A questo punto siamo.
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