“Luci del terremoto”, a L’Aquila nel 2009 ve ne furono centinaia
(di Cristiano Fidani*) – NUOVI RISULTATI E L’”ORDINE” DELLA SCIENZA – OLTRE MILLE AVVISTAMENTI DI CUI 249 POSSIBILI EQL – (In evidenza la cartina degli avvistamenti a L’Aquila, e alcune immagini di luci sismiche nel mondo) – Sta per essere pubblicato, ma è già visibile in rete all’indirizzo http://www2.ogs.trieste.it/bgta/pdf/bgta0034_FIDANI.pdf, un nuovo articolo dedicato alle luci sismiche del terremoto del 6 aprile 2009. Le luci sismiche o EQL (Earth Quake Lights), più comunemente dette “luci da terremoto”, sono i fenomeni luminosi che si possono osservare prima, durante e dopo i forti eventi sismici. Desidero ringraziare ancora la popolazione abruzzese, innanzitutto per la squisita accoglienza che ha manifestato anche in questa situazione di dolore e di estrema difficoltà , in secondo luogo per aver ascoltato e risposto alle insistenti domande di uno sconosciuto ricercatore.
Attraverso i dati raccolti durante le interviste che avevo condotto nei sette mesi successivi all’evento, era emerso che numerosi EQL erano stati avvistati dalla popolazione.
1200 INTERVISTE – Il formulario utilizzato per le inchieste prendeva spunto dai precedenti studi di Ignazio Galli, nel 1910; il giapponese Terada, nel 1931; l’italiano Matteucig, nel 1985 ed altri ancora negli anni successivi. Il risultato di 1200 interviste conta un totale di 1057 avvistamenti di anomalie di vario tipo, di cui 249 possibili EQL. Di alcuni avvistamenti esistono anche
testimonianze fotografiche. Quelle più frequentemente osservate prima dell’evento erano state le luci globulari, le luci diffuse e le nubi luminescenti. I flashes erano stati osservati principalmente nel momento in cui si verificarono gli eventi sismici, mentre le scariche elettriche e le fiamme avevano caratterizzato maggiormente le osservazioni successive alle
scosse.
GLI AVVISTAMENTI – Il numero degli avvistamenti in città o in montagna è certamente dipendente da quante persone vivono in quei luoghi. In questo nuovo lavoro è stato proposto un metodo digitale per correggere il numero di avvistamenti in modo tale da avere un’idea del numero delle EQL apparse in ogni regione, indipendentemente dalla popolazione che vi abitava. Ciò è risultato indispensabile per studiare con maggiore accuratezza le loro proprietà statistiche, cercando di essere
meno influenzati da come sono state raccolte le testimonianze.
15 KM DALLA CITTA’ – Le proprietà statistiche studiate sono state: la media distanza delle EQL dal centro di L’Aquila e l’aumento delle EQL all’avvicinarsi dell’evento principale. La media che ho calcolato ci dice che a circa 15km dal centro della città dovrebbero essere stati avvistati un maggior numero di EQL. Il loro aumento all’approssimarsi della scossa è risultato essere ben descritto da una legge di potenza, caratteristica dei sistemi “critici”, che confermerebbe le EQL come possibili fenomeni in atmosfera che riflettono la situazione critica del sottosuolo. Una domanda a cui si cerca di rispondere è
se, osservando gli EQL, si possa avere un’idea più precisa di quando arrivi un forte terremoto. Da quanto scritto sopra e riportato anche in passato, tali studi hanno avuto inizio proprio in Italia nel XVIII secolo.
L’ATTEGGIAMENTO DELLA SCIENZA – Si riproprongono allora le domande: perché di questi studi non si è mai sentito parlare? perché la scienza non sostiene il loro approfondimento?
La risposta è da ricercarsi nel cambiamento degli scopi perseguiti dalla scienza: per ottenere fondi nella ricerca si insegue la logica di avere riconoscimenti internazionali. Tali riconoscimenti si ottengono con la pubblicazione dei lavori in riviste prestigiose. Cosicché, la ricerca del prestigio si sostituisce alla ricerca della verità , da cui la scienza ha avuto origine. Ciò si traduce nella necessità di intensificare gli studi nell’ambito in cui si possiedono già un buon numero di buoni strumenti, e dove
esiste già un’interpretazione scientifica che assicuri risultati incontrovertibili, a scapito di quegli ambiti dove la ricerca è all’inizio, poiché essa non assicura pubblicazioni numerose e in riviste prestigiose. La differenza nello scopo con cui si fa una cosa cambia l’ordine delle azioni, perché ad alcune si finisce col dare maggiore importanza che ad altre.
Ad esempio, nella lettura di un libro si può essere interessati a sostenere il proprio consenso, oppure a mettere a disposizione degli altri il suo contenuto. Allora, nel primo caso, si darà inizialmente attenzione alle affermazioni che accordano con il proprio punto di vista per poi cercare di interpretare le altre allo stesso modo. Nel secondo caso, si cercherà di
capire il messaggio del libro ponendo attenzione sulle affermazioni che l’autore gradualmente propone. Alla fine della lettura del libro, il primo lettore non sarà riuscito ad interpretare tutte le affermazioni dell’autore perché il suo pensiero era differente. Il secondo lettore avrà colto fino ad una certa profondità , secondo le proprie capacità , le intenzioni dell’autore.
VERITA’ O SOLO PRESTIGIO? – Nel raccontare il libro ad un amico, il primo lettore non riuscirà a fare un discorso esente da confusione mentre il secondo esporrà chiaramente solo ciò che ha compreso. Dunque, cambiando lo scopo della scienza dalla ricerca della verità alla ricerca del prestigio, si cambia l’ordine che è caratteristico della scienza creando un disordine. Forse è questa una causa della difficoltà di comunicare la scienza oggi?
In relazione a questi avvistamenti è stato pubblicato un altro lavoro relativo alle misure della rete elettromagnetica dell’Italia Centrale, fatte nello stesso periodo. E’possibile scaricarlo all’indirizzo:
http://www.mdpi.com/2076-3263/1/1/ insieme ad un file supplemetare, dove si può ascoltare il suono corrispondente alle perturbazioni elettriche registrate il 2 aprile 2009 dalla stazione di Fermo. Queste rappresentano delle oscillazioni elettriche che in occasione del terremoto sono diventate particolarmente intense e la cui origine è ancora ignota.
*Ricercartore e studiosi di luci sismiche dell’Università di Perugia
(Ndr) – Pubblichiamo volentieri l’articolo del prof. Fidani prima di tutto perchè è estremamente interessante e documentato, e in secondo luogo per incoraggiare le sue ricerche, che ci sembrano particolarmente utili nello sforzo di capire se esistano o meno segni precursoi del terremoto ai quali si possa dare attenzione e considerazione. Se c’è – come pare – la possibilità che sia così, è doveroso insistere e divulgare materiale del genere. La scienza ufficiale ha più volte dimostrato carenze e disattenzioni risultate poi errate e dannose, nel corso della sua storia. Si è sempre in tempo per dimostrare che certi atteggiamenti vanno respinti da chi davvero intende acquisire conoscenze e consapevolezze. Il sapere non può e non deve avere confini o pregiudizi.
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