La disinvoltura del sindaco
Navelli – Il capogruppo di Svolta Democratica Gaetasno Cantalini scrive: “Sono davvero esterrefatto dalla disinvoltura con la quale il sindaco di Navelli sostiene la trasparenza della sua amministrazione e nel contempo giustifica la mancanza di pubblicazione delle determinazioni dirigenziali all’albo pretorio con il fatto che non vi sia un obbligo di legge.
La pubblicazione di tutti gli atti oltre ad essere un dovere è innanzitutto una questione di civiltà giuridica tanto che è effettuata già da tempo da numerose amministrazioni al di là di ciò che la legge prescrive. La stessa Provincia di L’Aquila da diversi mesi adempie a ciò, cosa che il sindaco saprà dato che il suo vice è anche consigliere provinciale.
L’orientamento giurisprudenziale in tal senso è univoco ed è dato non solo dalla decisione del Consiglio di Stato n. 1370 del 15.03.2006 Sez. V ma anche dalle sentenze n. 3058 del 03.06.2002 della stessa sezione, del TAR Lazio Sez. II n. 3958 del 31.10.2003 e da ultimo del TAR Veneto n.3275 del 24.10.2008.
Riguardo poi la consultazione dei registri delle determinazioni dirigenziali che non sarebbe stata mai negata, come spiega allora il sindaco la nota prot. n. 4015 del 23.12.2011 a firma del segretario comunale, con la quale si comunica al sottoscritto l’accoglimento della richiesta formalmente avanzata d’accesso ai registri dal momento che questa procedura si è resa necessaria proprio per l’opposizione manifestata da parte dell’amministrazione?
L’accesso agli atti da parte di un consigliere comunale è un diritto, essendo riferito all’espletamento del proprio mandato, conferito dai cittadini, al fine di una compiuta valutazione della correttezza e dell’efficacia dell’operato dell’amministrazione comunale, altro che “ricerca di chissà quali segreti o scheletri” ma forse il sindaco ha la coda di paglia.
Probabilmente sono altri che hanno libero accesso agli uffici comunali ma non di sicuro i consiglieri di minoranza, a cominciare dal sottoscritto, visto che essi sono tenuti, al pari di qualunque altro cittadino, a rispettare gli orari di apertura degli uffici ed a sostare davanti allo sportello né posseggono le chiavi del comune e tantomeno “degli armadi e dei cassetti” nei quali poter “rovistare”.
Semmai è proprio la mancata pubblicazione di tutti gli atti prodotti dall’amministrazione e quindi la conoscenza parziale da parte dei cittadini dell’attività dell’ente che generano il “pettegolezzo” che non appartiene ai consiglieri del gruppo di minoranza i quali svolgono, al contrario di altri, la propria azione politica solo ed esclusivamente su fatti reali.
La trasparenza non si proclama ma si pratica cominciando a rispondere alle interrogazioni che a distanza di mesi dalla presentazione da parte del sottoscritto restano ancora senza risposta, sebbene il termine di 30 giorni stabilito dall’art. 43 comma 3 del TUEL, nonché a provvedere alla pubblicazione degli elenchi di quanti hanno beneficiato del contributo di autonoma sistemazione così pure delle ditte che hanno effettuato i lavori di puntellamento con l’indicazione dei relativi importi e via dicendo”.
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