“Pocheproroghe”, niente per L’Aquila


L’Aquila – (Foto: il premier Monti) – Nel decreto che una volta si chiamava periodicamente “milleproroghe” L’Aquila non c’è. Il provvedimento, nel quale tra l’altro si prolunga il periodo di esenzione dalle tasse degli alluvionati liguri (giustamente), è stato ribattezzato “pocheproroghe”, perchè ne contiene, appunto, poche e non certo mille. Non è stata la solita infornata, il solito minestrone conciliante pre-natalizio, ma una serie contenuta di misure urgenti. Non per L’Aquila e la sua emergenza. Ieri mattina il presidente Chiodi, nello scambio di auguri con la stampa, a palazzo Silone, aveva detto informalmente ad Inabruzzo.com che una telefonata da Roma avrebbe potuto anche arrivare a momenti. Un segnale positivo, in vista dell’incontro del giorno 28 dicembre tra le autorità abruzzesi e il premier Monti. La telefonata era attesa, ma non è arrivata, o almeno si è scelto di non darne notizia. Ma è più probabile che non ci sia stata. la mediazione, ancora una volta essenziale, dell’ex sottosegretario Letta è servita a convincere Monti perchè accordasse un incontro. Ma le ragioni aquilane non hanno prodotto, finora, alcun risultato. Occorrono, ha detto Chiodi, 80 milioni di euro per “coprire” l’emergenza nel 2012. Nell’emergenza, una delle voci essenziali è l’erogazione dell’autonoma sistemazione ad alcune migliaia di terremotati. Un’altra è la proroga dei contratti di lavoro (precario) a personale del Comune e della Provincia. Per quest’ultimo ente, c’è una richiesta a Monti da parte del presidente Del Corvo. per gli altri lavoratori, ci sono ferme prese di posizione sia da parte di Chiodi (“O mi danno retta o dovrò ritenere di non aver più la fiducia del Governo come commissario alla ricostruzione”), sia da parte del sindaco Cialente. In Comune si è sul piede di guerra: o Roma risponde all’emergenza, o si dimetteranno il sindaco e l’intero consiglio. La stessa cosa faranno, probabilmente, anche altri sindaci del cratere.
Il Governo non ha ritenuto di dare un segnale di attenzione, sufficiente a far trascorrere un Natale menso ansioso e amaro in tante famiglie. Magari un pizzico di umanità nel rigore risanatorio dell’esecutivo (per i liguri c’è stato, e va benissimo) sarebbe stato gradito. I conti e i soldi, nella vita, non sono tutto. Ma Monti e i suoi ministri hanno scelto di far conoscere le loro decisioni il 28 e non prima. Per gli aquilani non sarà un buon Natale. Si spera almeno in un Capodanno meno desolante.


24 Dicembre 2011

Categoria : Politica
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