Giuliante su legge 77 terremoto
L’Aquila – La legge 77 sul terremoto stanziava somme ben definite per ciascuna annualita’ successiva a quella dell’evento sismico che colpi’ le aree interne dell’Abruzzo nel 2009. Per questo, secondo Gianfranco Giuliante, sono inadeguati i pellegrinaggi romani di taluni esponenti istituzionali. “Ministero dell’Economia e Protezione civile – ha detto Giuliante – hanno piu’ volte chiesto che si procedesse ad una riorganizzazione della struttura amministrativa che gestisce a vario titolo l’emergenza, abitativa ma non solo, prima di decidere per ulteriori stanziamenti di risorse, che andassero oltre, dunque, i 30 milioni annui previsti originariamente dalla legge”. La proposta delineata da Giuliante, a detta sua, si sarebbe dovuta mettere in atto gia’ da tempo, visto che “da tre anni a questa parte si sapeva che nel 2012 avremmo avuto a disposizione solo 30 milioni”. Lo stesso Chiodi, come ha spiegato l’assessore, gia’ nel maggio di quest’anno aveva inviato una circolare a Sge e Comuni del cratere dove chiedeva un abbattimento dei costi. “Se fino ad oggi – ha detto sempre Giuliante – si e’ potuto contare su un governo politico – oltre che, per certi versi, amico – che ad ogni chiamata, o quasi, rispondeva positivamente, in tempi in cui la guida del Paese e’ in mano a tecnocrati il cui principale obiettivo e’ quello di far quadrare i conti dello Stato, allora quelle esigenze di riorganizzazione della macchina dell’emergenza post sisma diventano un obbligo ineludibile. Dal 2009 ad oggi, nonostante le reiterate richieste, ne’ la Regione ne’ il Comune hanno provveduto a razionalizzare le spese, cosa che sarebbe potuta avvenire, ad esempio, con la contrazione delle funzioni della Sge, struttura di gestione dell’emergenza che fa capo al commissario che si compone di sei settori, molti dei quali rappresentano dei veri e propri doppioni, replicando uffici gia’ esistenti in Regione, e con la riorganizzazione della macchina amministrativa per quanto riguarda il Comune dell’Aquila”. Un piano di spesa mirato e preciso, da proporre all’incontro che si svolgera’ il prossimo 28 dicembre a Roma tra il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi e il premier Mario Monti, necessario a salvare i precari che lavorano nell’emergenza e doveroso “se vogliamo presentarci a quel tavolo e avere un minimo di credibilita’”.
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