Chiodi: “O mi danno retta, o mi dimetto da commissario”


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – “Incontro più spesso voi che i miei amici e parenti” dice il presidente Chiodi ai giornalisti nel tradizionale scambio di auguri natalizi a Palazzo Silone. In effetti la boscaglia di obiettivi puntati è notevole e si vede spesso, quando il presidente esterna. Nella sua casa teramana, da quando è presidente, Chiodi ci sta poco. Presidente e commissario, oltre che alla sanità, a quella gran patata bollente che è la ricostruzione. “Condivido l’idea che il prossimo commissario sia Gianni Letta” ci confida Chiodi “bisogna vedere se lui è d’accordo… non è un ruolo tranquillo…
“DEVONO ASCOLTARMI” – – Il presidente è uomo gentile, ma non ammette che altri se ne approfittino. Per la ricostruzione, è difficile avere ascolto dal Governo. “Mi hanno dato appuntamento per il 28, ancora una volta grazie a Letta che ha prestato la sua opera di convincimento. La bozza di ordinanza che avevamo presentato (con la Protezione civile) è stata bocciata. Servono 80 milioni per andare avanti nell’emergenza aquilana. Il 28 chiederò i soldi, ma anche che sia palese il sostegno alle priorità aquilane, e un interlocutore autorevole con cui parlare. Facilmente. L’ordinanza per la ricostruzione è pronta, solo da firmare. Tutto è stato normato. Ma serve anche il resto, per gestire l’emergenza”.
E qui il presidente diventa fermo: “Se avrò tagli finanziari, riterrò di non godere della fiducia del Governo, e mi dimterrò da commissario. Ferme restando le competenze del presidente in materia di ricostruzione su ogni ordinanza. Ma lascerò ad altri l’incarico”.
AMICI – Chiodi ci tiene a precisare che, lasciando oghni incarico (è stato sindaco di Teramo), i suoi rapporti con tutti sono rimasti buoni. Amichevoli. “Conto sempre sulla reciproca stima”. Umanamente, ci tiene, il governatore, a far valere apprezzamenti e riconoscimenti. La stampa? Fa il suo mestiere. “Ma non quando diffonde notizie infondate, e la ribadisce… nonostante i chiarimenti”. Allude all’aumento dell’IRPEF, non deciso dalla Regione, ma imposto dal governo a tutte le regioni. Qualche equivoco con la stampa, subito chiarito dal presidente dell’ordine dei giornalisti, Stefano Pallotta.
REGIONE NON CANAGLIA – L’Abruzzo non è più una regione canaglia, i conti sono stati riordinati, gli sforzi per farlo hanno impegnato il presidente. “Nella crisi l’Abruzzo ovviamente c’è – dice Chiodi – Ma ha maggiori potenzialità di rimanere a galla. Natale ci trova con meno debiti, equilibrio dei conti raggiunto,, nella sanità. Migliori prospettive per il futuro. La performance dell’Abruzzo è stata ottima, lo dicono Svimez e Istat. Non ci siamo arresi di fronte alle prime avvisaglie di default. Un po’ di merito, se permettete, lo abbiamo”.
CLASSE IMPRENDITORIALE – Meriti, per Chiodi, vanno anche alla classe imprenditoriale, dinamica e propositiva, ma soprattutto agli abruzzesi: hanno compreso che bisognava andaree avanti tutti uniti. Il messaggio è quindi: abruzzesi, pensate al domani con fiducia, speranza e positività
AQUILANI – Un occhio di riguardo lo meritano. Anche per loro sarà un Natale di speranza. Il problema degli alloggi è risolto. Si aprano al confronto e alla collaborazione. Non continuino a frammentarsi, di dividersi, perché si rinasce se si è uniti, coesi, e quindi più forti.
NOTIZIE DA ROMA – Il presidente attende notizie da Roma per le risorse da accordare all’emergenza aquilana. Durante l’incontro non ne arrivano. Tutto rimandato al 28 dicembre? Certo, bisogna aver fiducia. Ma è difficile chiederlo a dei precari che misurano il loro avvenire con un’estensione di sei mesi al massimo (i rinnovi), e poi il calvario ricomincia. Ma è Natale.


23 Dicembre 2011

Categoria : Politica
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