L’intervista: Gianni Di Pangrazio, d.g. Provincia – “La P.C. da noi era solo una frase”
L’Aquila – Pizzetto da moschettiere, spigliato, per niente formale: è Gianni Di Pangrazio, direttore generale della Provincia, esperto di prestigio nazionale nel suo campo, punto di riferimento (per consigli) di colleghi anche di altri enti. In Provincia ha portato stile nuovo, modi concreti, indirizzi che spesso, in passato, si sono rivelati preziosi quanto lungimiranti. Se oggi la Provincia è un ente che funziona, lo si deve nche al dr. Di Pangrazio, marsicano doc. Abbiamo pensato di fare una chiacchierata con lui in un momento tanto difficile per L’Aquila, tanti altri comuni e per l’ente, privo di sedi adeguate e persino di spazi operativi.
-Dr. Di Pangrazio, cosa fa la Provincia per le scuole?
-”Molte competenze operative sono state assegnate al Provveditorato alle Opere pubbliche. Dico che noi conosciamo molto bene la situazione, è una nostra funzione occuparci delle scuole. Avremmo potuto agire bene. Siamo presenti sul territorio, aiutiamo i piccoli comuni, “prestiamo” tecnici di valore, diamo suggerimenti validi sui problemi finanziari. Forse ha prevalso l’apparato burocratico… Non so”.
-Una scelta piovuta dall’alto?
“Diciamo che ci lascia perplessi. Diciamo che le nostre competenze anche operative e tecniche hanno sempre dato ottime prestazioni”.
-Strade e ponti?
“Stiamo operando dai primi giorni, abbiamo messo in cantiere interventi immediati e visibili”.
-E la Protezione civile?
“Abbiamo scoperto sulla nostra pelle una realtà sorprendente: la Protezione civile a livello regionale, provinciale e comunale era tutta da costruire, praticamente non funzionava come in altre zone italiane. Eppure siamo terra sismica. Sono state sempre sottovalutate le esigenze e le possibili emergenze, siamo stati colti impreparati”.
-Ha ragione l’assessore Daniela Stati quando dice: in Abruzzo la PC praticamente non esisteva?
“Mancava l’organizzazione, mancava una cultura, mancavano le esercitazioni. Meno male che tante regioni del Nord sono accorse ad aiutarci. Già nel 1915 bisognava pensarci, perchè tutte le zone appenniniche sono ad alto rischio. Ora rendiamoci conto che occorre pensare più alla sicurezza che ai vincoli architettonici. Diamoci da fare per la sicurezza, altro che perdere tempo a proteggere ciò che rischia di crollare”.
Concreto, il direttore. E se anche altri alti burocrati assumessero atteggiamenti costruttivi e decisi? Forse l’Italia funzionerebbe un po’ meglio.
(Nelle foto Col: Due espressioni del dr. Gianni di Pangrazio, direttore generale della Provincia)
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