Pensieri – La notte più lunga dell’anno
L’Aquila - Quella che sta cominciando, stasera, è la notte più lunga dell’anno: il solstizio. Dalla prossima, le notti saranno più brevi, appena di secondi, ma tra un mese ci sarà più luce per alcuni minuti, e così via fino al 21 giugno. Per gli aquilani che attendono da Roma notizie su centinaia di precari e soldi per le loro emergenze (ormai quasi triennali), e per i politici che non sanno più a quale santo votarsi, la notte del solstizio sarà interminabile.
Anzi, forse non ci sarà luce neppure domani, dopo l’alba. Che bel Natale, che generosi doni per i terremotati. C’è davvero da sentirsi perduti. Molti, se potessero, andrebbero via, aggiungendosi ai tanti che lo hanno già fatto: diverse migliaia. Ma questo importa qualcosa a qualcuno?
Forse l’unica possibilità potrebbero essere i riti propiziatori celtici, che in diversi luoghi del mondo tanta gente si accinge a celebrare stanotte. Come la danza per la pioggia: nessuno forse ci ha mai creduto, ma che male c’è a danzare?
Nessuno, in quell’aprile lontano del 2009, avrebbe mai supposto di arrivare a ridursi nelle condizioni attuali. Nessuno avrebbe immaginato che a lutti e tragedie, ansia e malattie psicologiche (anche quelle tantissime), si sarebbero aggiunti gli sberleffi e le beffe che stiamo vivendo. Il peggio non è mai venuto, dicono i saggi, che come quasi sempre hanno ragione.
Il solstizio ci sarà comunque. Che la luce, per i terremotati, torni a prevalere sul buio, è da vedere. Così siamo ridotti, in questa notte di suggestioni astronomiche.
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