Cialente a Napolitano: “Doposisma ingestibile, L’Aquila tragedia dimenticata”
L’Aquila – IL SINDACO GETTA LA SPUGNA – Il caso non risolto dei precari del Comune, e una serie di circostanze conseguenti, hanno indotto il sindaco Cialente, oggi, anche dopo le preoccupanti notizie sull’esaurimento dei fondi per l’emergenza, a scrive al presidente della Repubblica, al premier Monti, a varie ministri e alle autorità locali questa lettera: “Eccellentissimo Presidente, Pregiatissimi,
faccio seguito alla comunicazione inviata in data 16 dicembre 2011, Prot. n. 3901, relativa alle misure da adottare per far fronte alle necessarie spese per l’emergenza sisma, per sottolineare in particolare l’insostenibile ed incredibile urgenza rappresentata dalla scadenza delle ordinanze per il rinnovo del personale ed altre misure.
A tal proposito sottolineo che siamo riusciti a raggiungere il risultato che domani mattina scadrà il contratto del personale di Abruzzo Engineering: oltre novanta persone assegnate ai Comuni del Cratere Sismico e della Provincia dell’Aquila. Personale addetto a fronteggiare l’intera ricostruzione nonché alla stesura del piano di ricostruzione che il Comune dell’Aquila sta completando, al proprio interno, avendo scelto di contenerne al massimo le spese. Il prossimo 31 dicembre volgerà inoltre a termine il contratto del personale a tempo determinato assunto con altre ordinanze sempre per fronteggiare il dramma dell’emergenza.
Non sono quindi più in condizione di poter gestire il dopo sisma.
Avendo dovuto collocare questo personale in ferie obbligate, ormai ho dovuto chiudere interi uffici, con gravi ricadute, anche di ordine pubblico, per la rabbia, la disperazione ed il senso di impotenza che colpiscono cittadini terremotati ormai, come l’intero Cratere sismico, abbandonati a se stessi da più di un anno.
Non è giusto e non è giustificabile, sia da un punto di vista istituzionale che umano, creare condizioni di così pesante malessere per i sindaci del territorio, chiamati a fronteggiare una situazione che sempre più si aggrava, e che sempre più spesso, come nella presente circostanza, vengono lasciati soli.
Nei miei frenetici contratti con il Dipartimento di Protezione Civile e con il Ministero dell’Economia e Finanze, nella giornata di ieri, ho dovuto prendere atto che, sulla scorta del Decreto Legge 28 aprile 2009, n. 39, modificato dalla Legge di conversione del 24 giugno 2009, n. 77, le somme per fronteggiare l’emergenza per l’anno 2012 sono pari a 30 milioni di euro, a fronte di uno stanziamento, per il 2011, di 350 milioni di euro e di 260 milioni di euro previsti per il 2010.
E’ prevedibilmente impensabile che la situazione attuale per il prossimo anno possa essere adeguatamente fronteggiata con questa cifra estremamente insufficiente, soprattutto considerando che il Governo ha riconfermato, giustamente, lo stato di emergenza per tutto il 2012.
Segnalo che solo per l’Assistenza alla Popolazione, con riferimento specifico al Contributo di Autonoma Sistemazione, è prevista una spesa ben superiore ai 30 milioni di euro annui e che, per il terzo Natale consecutivo, abbiamo ancora sfollati negli alberghi o in case con “fitti concordati” pagati dallo Stato.
Ricordo che le responsabilità del perdurare di questa emergenza sono da addebitare a tutta una serie di errori, sottovalutazioni e ad un atteggiamento di fastidiosa sufficienza che il Governo centrale e la stessa Struttura Commissariale hanno mostrato, soprattutto in questo anno, nell’affrontare il postsisma.
Come da me ripetutamente, costantemente, inutilmente segnalato.
Ritengo pertanto sia assolutamente necessario, nel giro di poche ore, fornire indirizzi precisi ai dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze che stanno bloccando l’ordinanza predisposta dal Dipartimento di Protezione Civile, affinché sia assicurata una delle seguenti soluzioni: il rifinanziamento dell’art. 14, comma 5, della Legge n. 77/2009, o la possibilità di far fronte all’emergenza con i fondi di cui all’art. 14, comma 1, della stessa.
Non vedo altra possibilità. È necessario stanziare almeno inizialmente altri 50 milioni di euro e nel contempo, finalmente, programmare una serie di veri incontri, veri tavoli di lavoro, per risolvere la situazione di stallo, causa di sofferenza per i cittadini e spreco di risorse, al fine di programmare le reali esigenze finanziarie da fissare per il 2012.
Se ciò non dovesse avvenire in tempi brevissimi ritengo che sarebbe per me impossibile adempiere agli obblighi assegnatimi dalle leggi, dal Decreto Legge n. 39/2009, da tutte le Ordinanze relative al terremoto Abruzzo, i Decreti e le Circolari commissariali.
Scrivo ciò poiché ritengo che, in un sistema democratico, ogni istituzione debba assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, anzitutto nei confronti dei cittadini, considerando quanto sta avvenendo estremamente ingiusto e gravemente dannoso per tutti gli aquilani e per l’intera popolazione del Cratere sismico.
Spero che tutto ciò non appaia come un poco cortese sfogo ma solo come espressione di una scelta di responsabilità che devo assumere e di scelte di responsabilità alle quali devo richiamare tutti.
Purtroppo il terremoto dell’Aquila è una tragedia dimenticata!
È quasi un anno che non viene un esponente del Governo a rendersi conto dello stato in cui ci troviamo. Una tragedia che richiede di attuare, mi sia lasciato dire, una leale collaborazione istituzionale tra tutti coloro che sono chiamati ad affrontarla. Collaborazione istituzionale che richiede fiducia e reciproco rispetto.
Mi spiace dover usare questo tono, ma credo debba e possa essere facilmente compreso lo stato d’animo di coloro che da ben trentadue mesi stanno fronteggiando una situazione catastrofica spesso in completa solitudine, pressoché sempre inascoltati e per i quali si vanno delineando scenari inspiegabili ed impossibili da sostenere”.
Non c'è ancora nessun commento.