Case antisismiche, presto pronte le prime
L’Aquila – 4.000, oppure 12.000, primi inquilini a settembre, no, anzi ad ottobre. Confusione di dati, numeri, notizie sulle case del progetto C.A.S.E.: naturalmente il Comune non avendo dati certi, non può neppure stabilire regole e graduatorie di assegnazione. Su una promessa tutti sembrano d’accordo: prima del freddo, tutti dovrebbero avere un tetto. Per di più, pare che alcuni cantieri siano partiti in ritardo. Ma stiamo ai fatti che sembrano attendibli. Le prime case antisismiche attorno al nucleo urbano dell’Aquila saranno pronte entro due o tre settimane. Forse una trentina di appartamenti, o di più, chiavi in mano, arredi e tvcolor compresi. Queste le promesse, confermate oggi. Altri, più prudenti, hanno soltanto parlato di strutture in acciaio da completare poi. I cantieri spesso sono… in concorrenza tra loro e ci tengono ad arrivare per primi, magari solo di due o tre giorni. Si lavora notte e giorno, e il week end è una frase sconosciuta.
Molti i lavoratori aquilani, molti i forestieri e anche gli stranieri. Naturalmente numerosi extracomunitari. Persone alle quali importa un salario corposo, pagato puntualmente, sicuro: il terremoto non porta solo danni. Stanno lavorando ditte e imprese, trasportatori e commercianti. Centinaia le persone impegnate nelle 19 aree interessate dai cantieri, 16 le ditte, lavori per almeno 100 milioni di euro, e non siamo certo alla conclusione.
Le case del progetto C.A.S.E. sono assolutamente antisismiche, fatte di acciaio, calcestruzzo armato, legno, cemento. Potranno arrivare anche a tre piani, in alcune zone. Il progetto prevede una piastra sotto terra, pilastri d’acciaio e una seconda piastra sui pilastri. Sopra, l’edificio vero e proprio. Pilastri e piastre sono prodotti da una grande ditta aquilana, la Edimo, in associazione con un’impresa del Nord altrettanto seria e capace. La novità , giudicata dai tecnici di tutto il mondo specializzati in problemi sismici (specie in California, Giappone, Cina, Turchia, Russia) molto efficace, sono i dispersosi di energia tra pilastri e piastre, o piattaforme, o platee come vengono chiamate.
Tali dispersori attutiscono l’energia trasmessa dal movimento sismico, o meglio la disperdono senza trasmetterne la disastrosa efficacia alle strutture degli edifici. In pratica, l’efficacia del sistema è già stata sperimentata nell’ultima scossa sismica di 4 Richter, pochi giorni fa.
Tutti negavano che attorno a L’Aquila potesse nascere una new town. Andando nei cantieri, ci si accorge che avevano ragione: in effetti le new towns sono almeno una ventina. Chi sa se in Comune qualcuno sta pensando ai collegamenti, ai trasporti, ai problemi di traffico, alla viabilità da ampliare e adeguare, alla sorveglianza, a fiori, aiole, luci. Chi sa. Conoscendo bene persone e cose, penseremmo di no. Ma forse il terremoto ha cambiato qualcuno e qualcosa. Oppure, andremo incontro a problemi devastanti.
(Nelle foto Col: I cantieri a Preturo e Sassa com’erano il 20 luglio. Le case come dovrebbero apparire una volta finite)
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