Incendio Se.ab, colpita l’agricoltura, ritardi, esitazioni, venditori non informati
Chieti – L’incendio allo stabilimento Se.ab di Chieti Scalo (lavorazione plastica e rifiuti speciali) si sta rivelando molto più preoccupante di quanto non abbiano immaginato immediatamente sindaci e autorità . Che, a quanto pare, hanno decisamente sottovalutato quanto stava accadendo emettendo divieti e ordinanze dopo alcuni giorni. Tali divieti, peraltro tardivi o intempestivi come è stato rilevato da più parti, hanno provocato una reazione dei consumatori: oggi commercio e agricoltura di una vasta zona nel Chietino e nel Pescarese stanno subendo pesanti conseguenze. Questa mattina, fino alle 10,30, nessuno aveva avvertito i venditori a Chieti del divieto: avevano allestito il mercato, e non c’era nessuno a notificare il divieto. Del resto, i ritardi sono all’ordine del giorno: lo stesso sindaco Ricci dice che i risultati delle analisi non arriveranno prima di lunedì. Qualcuno non intende… rinunciare al week end di questa calda estate. Consumatori e venditori possono aspettare, tanto protesteranno e dovranno subire, non è una novità …
Non si vende frutta, niente ortaggi, niente vegetali, niente prodotti di derivazione aninale. La gente fa di tutta l’erba un fascio e non si fida. Semplicemente, non compera o va a comperare altrove. C’è anche il rischio che i prezzi subiscano pericolose impennate, che come sempre accade si protrarranno esageratamente nel tempo, perchè i commercianti sono lì pronti a trarre vantaggio da qualsiasi situazione o emergenza.
La Coldiretti è preoccupata e dice: per ora non ci sono risultati di analisi. Ma anche se i risultati dovessero rivelarsi favorevoli (cioè prodotti non avvelenati dall’incendio), la gente sarà diffidente e non comprerà comunque.
L’incendio potrebbe aver diffuso sostanze tossiche, è ovvio supporlo, ma quando ne avremo la certezza? Le analisi richiedono tempo, da queste parti, a quanto pare, non soi è attrezzati adeguatamente. L’agenzia regionale per l’ambiente non ha comunicato nulla, almeno molti massmedia non hanno ricevuto note, comunicazioni, notizie ufficiali: in questi casi le già reticenti autorità diventano eloquenti come statue di marmo. Prima regola, la gente non deve sapere presto, bene e chiaramente come stanno le cose. Mezze parole, indiscrezioni, dettagli soffiati. Come sarebbe bello se l’assessore regionale alla sanità o il capo dell’agenzia ambientale si presentassero davanti a microfoni e telecamere, con appuntamento e orario prestabiliti, a dire come stanno le cose. Ci sembrerebbe di stare in un altro paese o in un film. Invece siamo in Abruzzo, Italia.
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