Per i precari il sindaco si appella a Monti


L’Aquila – Il sindaco Massimo Cialente ha scritto al presidente del consiglio Mario Monti in merito alla proroga dei contratti per i lavoratori precari del Comune, assunti a seguito del sisma per fronteggiare il sopraggiunto carico di lavoro.
“Mi trovo costretto a richiamare l’attenzione – scrive il primo cittadino – sull’estrema gravità del mancato rinnovo di tutti i termini in scadenza il prossimo 31 dicembre, previsti dalle ordinanze per la gestione della fase post sisma. Esprimo particolare preoccupazione per la scadenza dei contratti che riguardano tutto il personale a tempo determinato assegnato ai Comuni del cratere sismico, alla Provincia dell’Aquila e alla Struttura per la Gestione dell’Emergenza. Questo personale, come è noto, ormai da due anni è impegnato nella gestione della ingravescente mole di lavoro che si riversa quotidianamente nella cosiddetta “Area Sisma” attraverso la quale il Comune dell’Aquila smaltisce tutte le pratiche connesse all’assistenza alla popolazione e alla ricostruzione”. Il sindaco si sofferma sul problema del rinnovo dei contratti, finora avvenuto di sei mesi in sei mesi, cosa che lo ha visto costretto a “concedere le ferie maturate. Ciò sta provocando un blocco, – prosegue Cialente – del tutto inspiegabile per i cittadini, di qualsiasi attività che aggrava, semmai fosse possibile, la già assurda ed inspiegabile situazione di paralisi che lamento da tempo. I miei concittadini sono arrabbiati, indignati, scoraggiati per l’andamento complessivo della fase post sisma. La chiusura degli uffici, il blocco di ogni attività, non potrà che accentuare disagi e sofferenze, con possibili ripercussioni anche di ordine pubblico, delle quali non intendo assumermi o ritenermi responsabile. Vi è quindi la necessità – scrive Cialente – che, in tempi brevissimi, possa essere emanata l’ordinanza di rinnovo di questi contratti che mi permetterebbe non solo di diluire o procrastinare le ferie, ma anche di programmare adeguatamente le attività degli uffici. Non è possibile che, nella tuttora disperante situazione di emergenza che viviamo, si chieda allo scrivente e gli altri sindaci del cratere sismico di apporre cartelli con su scritto “chiuso per ferie”. È come se un direttore sanitario affiggesse un simile avviso alla porta di un Pronto Soccorso. Comprendo, o meglio, mi sforzo di comprendere, che la recente crisi e l’insediamento del nuovo esecutivo possano aver posto, spero momentaneamente, in secondo piano l’emergenza “L’Aquila” ma mi permetto di sottolineare che non è possibile, né da un punto di vista istituzionale, né, mi si permetta, umano, abbandonare a se stessi gli Enti Locali chiamati a far fronte a situazioni così difficili. Voglio anche capire le perplessità espresse da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Ragioneria Generale dello Stato, circa l’entità delle somme da impegnare, ma vorrei ribadire che, come sindaco dell’Aquila, sono sempre stato attento più di tutti al contenimento delle spese, anche perché so che ogni centesimo speso per l’emergenza è di fatto sottratto alla ricostruzione. Sottolineo nel contempo come l’unico modo efficace per risparmiare è quello di puntare sulla forza lavoro riorganizzando al meglio l’attività della ricostruzione sui territori, e soprattutto rimuovere la kafkiana situazione di blocco della ricostruzione. Ma, come già scritto in precedenza, perché queste cose possano essere comprese, sarebbe necessario che almeno una volta, ripeto almeno una volta, che i rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e della Ragioneria dello Stato venissero a vedere di persona riuscendo finalmente a rendersi conto di “cosa è oggi” L’Aquila e la sua emergenza. Non si curano i malati per telefono! Non vorrei dover prendere atto che questo stallo assurdo e questa negligenza fossero il sintomo evidente di un totale disimpegno del Governo centrale e della Struttura Commissariale tale da sancire l’abbandono del cratere sismico alla propria disperazione. Infine colgo l’occasione per rimarcare, con estremo rammarico, che sono ormai trascorsi mesi senza che si riuniscano né all’Aquila né a Roma i tavoli con tutti i protagonisti della ricostruzione per stendere le nuove ordinanze assolutamente necessarie per avviare finalmente in modo efficace il processo della ricostruzione, ormai avvitato su se stesso e bloccato da un insieme di ordinanze, decreti e circolari inconcludenti e contraddittorie. Certo di trovare comprensione rispetto a quanto da me riportato e soprattutto dall’estrema urgenza riguardo al rinnovo del personale, ringrazio per la cortese attenzione e porgo cordiali saluti e auguri per le prossime festività natalizie”.


16 Dicembre 2011

Categoria : Cronaca
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