La ricerca Telethon e lo Zafferano dell’Aquila


L’Aquila – Nella puntata di ieri di Porta a Porta su Rai 1, il noto giornalista Bruno Vespa, ha annunciato un’iniziativa di grande rilievo etico e scientifico, che tocca particolarmente gli aquilani. Telethon, la tradizionale raccolta televisiva di fondi tra gli italiani (che si ripete da 22 anni), “apre” allo zafferano dell’Aquila. Tramite la preziosa piantina che germoglia sull’Altipiano di Navelli, in particolare con la selezione effettuata da un’azienda di Prata d’Ansidonia, si porterà avanti una ricerca scientifica e sperimentale su una malattia degenerativa fino ad oggi incurabile, che colpisce gli occhi e porta alla cecità. La sostengono scienziati aquilani e romani, che da tempo stanno eseguendo ricerche ed esperimenti dai quali pare sorgere una speranza di guarigione, se la malattia è aggredita in fase iniziale. “Quando ha provocato i danni, che sono irreversibili, non c’è cura, ma esistono fondati motivi per ritenere che ve ne sia, invece, usando lo zafferano, se si interviene in una fase iniziale” afferma la dott.ssa Silvia Bisti, preside della Facoltà di Biotecnologie dell’Università dell’Aquila, intervistata da Bruno Vespa.
I risultati delle ricerche eseguite sono incoraggianti e bisogna andare avanti. I fondi che Telethon raccoglierà serviranno anche a questo. Bruno Vespa, da aquilano, ha parlato con particolare partecipazione dello zafferano dell’Aquila, affiancato dalla dott.ssa Bisti che è l’ideatrice della ricerca nata a L’Aquila e che vede coinvolto un team di ricercatore dell’università dell’Aquila. Naturalmente dell’iniziativa ci occuperamo ancora. Nel corso dell’intervista è stato proiettato una parte di un suggestivo filmato realizzato a Prata D’Ansidonia e nel sito archeologico di Peltuinum. L’intero filmato verrà proiettato nel corso della maratona Telethon. I panorami visti sono mozzafiato e fanno bene alla promozione del territorio che non hanno nulla da invidiare ad altri più commerciali. InAbruzzo.com ha raggiunto la dott.ssa Bisti chiedendole come è arrivata a pensare allo Zafferano dell’Aquila. “Lavoravo a Pisa, ma grazie a un concorso da professore ordinario ho vinto la cattedra di fisiologia a L’Aquila – racconta Silvia Bisti. – Da sempre studio i fotorecettori, le cellule dell’occhio che trasformano la luce in segnali elettrici per il cervello. Cercando sostanze capaci di proteggerli dalla degenerazione, abbiamo provato anche con lo zafferano locale: quello coltivato nell’azienda di famiglia del marito di Rita Maccarone, allora dottoranda e oggi ricercatrice e mia insostituibile “vice”. Con stupore abbiamo visto che somministrato a ratti albini, che per un difetto genetico perdevano i fotorecettori se esposti alla luce, lo zafferano era in grado di proteggerli dai danni luminosi”.
Un motivo in più, già comunque da subito, almeno per gli aquilani e per gli abruzzesi, per aderire al caldo invito di Telethon. Un invito che caldeggiamo unendoci, come testata e come persone, a tutti coloro che raccoglieranno l’appello.


16 Dicembre 2011

Categoria : Scienze
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