Alloggi studenti? Cerchiamoli, ci sono, ma creiamo servizi e trasporti efficienti


quattro-cantL’Aquila – Se per gli studenti (circa 14.000) che da fuori sceglievano di risiedere in città, per frequentare l’ateneo, L’Aquila ha fatto per anni ben poco, è tempo di cambiare, se si vuole che almeno un parte dei 14.000 continui a stare in città. Secondo alcuni, sarebbero almeno 8.000 quelli intenzionati a restare. Oggi il vice presidente del consiglio De Matteis, accanto al rettore di Orio, ha reso noto che i sindaci di 10 centri tra le Rocche e Montereale sono pronti a offrire ospitalità nei loro paesi: alberghi, residences, foresterie. Altri posti potrebbero reperirsi, dice di Orio, nella caserma della GdF, che ne conta migliaia. Ma guardiamolo da vicino e con occhio smaliziato, questo problema.
In passato gli studenti erano grossomodo limoni da spremere: per loro camere e stanzini fatiscenti, a prezzi salati, e ovviamente senza registrare alcun contratto. Tutti ad occhi chiusi, a tutti andava bene perchè la città metteva in tasca, all’insaputa di fisco e Finanza, almeno un milione di euro al mese. Soldi anche per locali, pub, bar, benzinai, negozi, librai, cinema. Un po’ di rumore dal giovedì notte al sabato, magari, ma tollerabile perchè ben remunerato in tasche capienti e discrete.
de-matt-2

Ora è finita. Le stamberghe e le camere da affittare a 250 euro al letto non ci sono più. Gli studenti, invece, potrebbero esserci ancora. Ma bisogna farli abitare, dormire, dove? L’idea l’ha avuta il consigliere regionale Giorgio De Matteis. A dire il vero, l’avevano avuta in tanti, perchè era ovvia. Ma De Matteis, da politico consumato e da uomo concreto, l’ha lanciata: reperire alloggi e residenze per studenti in almeno 10-15 centri vicini a L’Aquila, dotati di strutture ricettive o adattabili facilmente. Facciamo un solo esempio: in un centro a 12 km dall’Aquila (non diciamo quale per non favorire nessuno o danneggiare altri) ci sono almeno due alberghi (uno dei quali molto grande e con attrezzature sportive) ormai inattivi: capacità centinaia di posti letto. Distanza minima, presenti volendo anche locali, pub e night.
L’idea è buona, occorre solo organizzarsi e muoversi per tempo. Ad essere animati saranno i centri del comprensorio, invece dell’Aquila? Pazienza, importante è che gli studenti possano restare e vivere decorosamente. Agli studenti vanno offerti -è naturale, ma va detto- trasporti efficienti ed economici o gratuiti, collegamenti rapidi e fruibili ogni giorno, anche di notte. Fino ad oggi L’Aquila è stata l’unica città universitaria d’Italia senza benefici e sconti (specie sui servizi essenziali) per gli studenti. Ora che rischiamo di perderli, bisogna muoversi, pensare, produrre risultati e creare attrattori concreti, funzionali. Ne saremo capaci? Forse sì, di fronte all’emergenza si mobilitano i neuroni e si illuminano le menti. Le rivoluzioni non si fanno a pancia vuota. Le ricostruzioni si fanno meglio se c’è la prospettiva di fare affari: e gli studenti per una sede universitaria non sono soltanto affari, sono la vita.
(Nelle foto: Sopra, i Quattro Cantoni, ora uno è pericolante. Per la città gli studenti sono come i Quattro Cantoni. Sotto, Giorgio De Matteis)


22 Luglio 2009

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati