Fiat, contratti, illusioni e pomodori
La Fiat è scesa al Sud. Ha fatto di Pomigliano il suo apripista, ha cambiato le regole, ha lasciato Confindustria, segue un suo percorso e non fa mai capire se davvero resterà in Italia, o migrerà altrove. Intanto, impone contratti, perchè la gente ha bisogno di lavorare e alla fine le assemblee approvano. La Fiat è un’azienda del Sud, ed ha puntato l’ago della sua possente bussola sul Meridione. Bisognoso e avvezzo a considerare il lavoro in fabbrica come una sospirata certezza per l’avvenire. Invece della zappa.
Tutto è cambiato. Se in meglio, lo vedremo fra alcuni anni, perchè al limite la Fiat potrebbe anche restare per un po’, fare i soldi con il Ducato e altri modelli che tirano, appesantire le proprie riserve e tagliare la corda comunque, veleggiando verso USA o, meglio, Canada. Forse Cina, India, chi lo può dire?
Sotto alcuni aspetti, è già sicuro che per i lavoratori vengono meno certezze e diritti che credevano acquisiti, e invece svaniscono. In cambio di qualche soldo in più in busta paga. Se tutto va bene, s’intende, perchè se va male, si taglia. Certo, vivere a brutto muso, sempre in ansia, sempre con la spada di Dà mocle sul capo, non è un bel vivere. Rimpiangeremo un passato che ci sembrava da buttare, e non lo era. Soffriremo perchè il mondo gira e i tempi cambiano, quasi mai in meglio. Il domani è un enigma. Forse anche l’oggi, a pensarci bene.
L’orto con pomodori e zucchine si riprende il suo appeal: che sia lì, tra zappa e cacca mescolata a paglia (letame), che finiremo tutti? Il domani è una vanga?
Non c'è ancora nessun commento.