Ingegneri: “Siamo vittime di sciacallaggio”
Montesilvano – Per le case crollate a L’Aquila, e soprattutto in riferimento ad accuse e all’inchiesta, gli ingegneri si difendono. Si sentono perseguitati e vittime di generalizzazioni pericoose. Dicono che il terremoto è stato forte, e che le devastazioni sono spiegabili. Non dicono come mai a terremoti molto più forti, altrove, le case rimangono spesso non solo in piedi, ma anche con pochi danni. Altrove tutti sono più bravi?
“Non ci sono stati errori a priori nella costruzione delle case aquilane e dopo il terremoto gli ingegneri sono stati vittima di uno sciacallaggio mediatico che e’ stato interrotto solo di recente”. E’ stato detto nel 54° congresso nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, da Antonio Bellizzotti, presidente dell’Ordine di Pescara. In apertura dei lavori Bellizzotti ha ricordato che la progettazione degli edifici “prende in considerazione la classificazione del territorio in relazione al rischio sismico” e sono state “ingiustamente addossate delle colpe agli ingegneri”. Bellizzotti ha anche annunciato che nel corso del congresso sara’ presentato un “aspetto rivoluzionario, destinato a cambiare il nostro modo di pensare, e cioe’ il quarto principio della termodinamica”. Il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Paolo Stefanelli, ha concordato con quanto detto Bellizzotti. “Ha ragione – ha detto -: c’e’ stata un’aggressione che forse rappresenta la voglia del cittadino di non credere all’ineluttabile, ma ora che l’emozione si e’ attenuata e vince la razionalita’ bisogna dire le cose come stanno. Quello del 6 aprile – ha concluso – e’ stato un terremoto di un’intensita’ enorme e difficilmente si puo’ garantire in assoluto l’incolumita’ delle persone e degli edifici sottoposti ad eventi di quel genere”.
(Nella foto: Un terremoto fortissimo su un sismografo in Giappone)
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