Draga ferma, pescatori beffati
Pescara – “STATO CONTRO STATO, C’E’ QUALCOSA SOTTO” – Alcuni pescatori hanno incontrato questa mattina il commissario straordinario del dragaggio del porto di Pescara, Guerino Testa, e chiesto di incontrare il prefetto Vincenzo D’Antuono dopo il sequestro della motonave ‘Gino Cucco’ da parte dei carabinieri del Noe e della Guardia di Finanza, su disposizione del gip Marco Billi del Tribunale dell’Aquila. L’imbarcazione, che ieri mattina aveva iniziato i lavori di dragaggio della darsena commerciale del porto di Pescara, doveva prelevare oltre 72mila metri cubi di materiali accumulati nella darsena per sversarli a mare in un sito individuato dall’Ispra ma per il Noe quel materiale e’ inquinato da pesticidi, contrariamente a quanto sostenuto dall’Arta, l’Agenzia regionale di Tutela ambientale che si e’ occupata dei prelievi. I pescatori chiedono di avere spiegazioni su questo stop e dicono che “dopo 8 mesi di lavoro del commissario arriva l’ennesima beffa. Per noi non e’ piu’ possibile andare avanti cosi’ perche’ andiamo in mare mettendo a rischio la nostra vita e lavoriamo per pagare i danni alle imbarcazioni provocati dai fondali insabbiati del porto. Come e’ possibile – si chiedono – che lo Stato faccia guerra allo Stato? Qui c’e’ qualcosa sotto”. Dopo il blocco dei lavori imposto dal sequestro i pescatori stanno pensando a nuove forme di protesta, come quelle attuate nei mesi scorsi prima della nomina di Testa (avvenuta a giugno), quando e’ stato bloccato l’asse attrezzato. “Lavoreremo durante le feste ma poi ci fermeremo e legheremo le barche e ci metteremo in cassa integrazione”, hanno detto oggi ai giornalisti. Intanto Testa ha annunciato che giovedi’ alle 14 sara’ a Roma per un incontro con la Protezione civile proprio sul dragaggio. “Si sta ipotizzando di seguire altre vie, accantonando l’ipotesi dello scarico a mare. Si puo’ pensare, quindi, all’utilizzo di discariche dove conferire il materiale, ma se questa strada si dimostrera’ perseguibile e’ necessario trovare i fondi, magari quelli derivanti dalle economie degli interventi sul Gran Sasso”. Il commissario ha anche sottolineato che il problema del porto non riguarda solo “la marineria e gli operatori commerciali ma tutta la citta’, per il rischio idrogeologico. Non e’ opportuno piangerci addosso, dobbiamo andare avanti capendo come si possono ottimizzare i tempi”, ha concluso.
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