Dragaggio, WWF sul mistero delle analisi
Pescara – (Foto: la draga a lavoro ieri prima del sequestro) - Cosa c’è sotto la tortuosa vicenda delle analisi delle acque e dei fanghi del porto canale? I motivi per nutrire dubbi sono tanti. In relazione alsequestro della draga, il Wwf interviene con una nota con cui esprime “forte preoccupazione per le prime informazioni relative alla difformita’ tra analisi dell’ARTA e analisi svolte dagli inquirenti. L’attendibilita’ delle analisi e’, infatti, alla base di una serena valutazione di qualsiasi procedimento amministrativo”. L’associazione ricorda che “l’immersione in mare, sulla base delle leggi in vigore, e’ fatto straordinario proprio per le importanti criticita’ ambientali che tali interventi possono comportare. Per questo il WWF era intervenuto con due note ad agosto e settembre 2011 sollevando una serie di criticita’ e per richiedere lo svolgimento delle procedure di valutazione di impatto ambientale e di valutazione di incidenza ambientale per la vicinanza del sito di immersione con il Sito di Interesse Comunitario ‘Torre del Cerrano’. Tali procedure in Europa vengono normalmente svolte per i dragaggi”. La stessa associazione internazionale dei dragatori ritiene che il primo passo per la realizzazione di un progetto di dragaggio sia lo svolgimento di una Valutazione di Impatto Ambientale. Tra l’altro si faceva notare che tali procedure, che garantiscono non solo l’ambiente ma anche i diritti dei cittadini e degli stessi enti proponenti, sarebbero state concluse gia’ a fine settembre se avviate a luglio. In relazione ad alcuni articoli di stampa usciti oggi il WWF puntualizza che “l’associazione aveva rilevato, come peraltro aveva fatto gia’ l’ARTA, che in alcuni punti caratterizzati a giugno presso la darsena, le stesse analisi ARTA avevano rilevato situazioni di contaminazione incompatibili con l’immersione in mare di tali sedimenti (pero’ per composti diversi dai DDT-DDE rilevati dalla Procura). Sulla base del progetto approvato i sedimenti in tali punti risultati contaminati non sarebbero stati movimentati”. Su questo aspetto il WWF “ha ribadito e ribadisce quello che ha scritto nella prima nota di agosto e, cioe’, come fosse possibile, al momento della movimentazione in mare, operare con la draga in maniera tale da escludere, sia in senso areale che nella profondita’, la raccolta di sedimenti contaminati in maniera non compatibile con l’immersione in mare. Per questo l’associazione aveva richiesto la realizzazione di ulteriori campionamenti con maglia piu’ fitta al fine di individuare con precisione l’estensione areale della contaminazione attorno ai punti di carotaggio che avevano mostrato criticita’ dal punto di vista analitico. Questo non significa, ovviamente, sostenere che siano stati raccolti i sedimenti nei punti contaminati secondo la prima caratterizzazione svolta da ARTA. Ovviamente – conclue la nota – tutte queste considerazioni passano, per ora, in secondo piano se alla base del sequestro vi sono analisi che hanno dato risultati diversi da quelle svolte dall’ARTA”.
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