Non spegnere i fari sulla zona colpita, ma per ora è “no” su emendamenti tasse


parlamento-italianoL’Aquila – La commissione parlamentare ha respinto il blocco gli emendamenti sulle tasse, che i terremotati dovranno – almeno come stanno le cose oggi – pagare fra qualche mese. Berlusconi fa sapere tramite il presidente Chiodi che potrebbe esserci un apposito decreto, prima che arrivi il momento di pagare. Ma stasera c’è comunque sconforto a L’Aquila. In giornata si era parlato molto di terremotati e di necessità di non dimenticarli. A sera, doccia fredda da Roma. Comunque, l’associazione della stampa (nazionale con Roberto Natale e abruzzese con Lodovico Petrarca) e l’associazione Articolo 21, con l’on.Giulietti, hanno raccomandato con fervore a tutti i massmedia, e ai singoli giornalisti, che non siano spenti i fari -come al termine di un’intervista in tv -sulla zona colpita dal terremoto. La stampa non dimentichi, non releghi in penultima pagina l’argomento, finita la parata dei vip, dei big e dei grandi della Terra a L’Aquila. La gente ha bisogno dello Stato, ma soprattutto d’aiuto in tutti i sensi, di attenzione, di considerazione e non soltanto di sensazionalismi giornalistici, facili quanto convenienti (soprattutto per gli editori). L’argomento è stato trattato oggi, durante un incontro, e la conclusione potrebbe essere ovvia per un giornalista, ammesso che ce ne siano… ancora molti: credere negli impegni, la di più ancora vigilare che tutto accada davvero, controllare le fasi della ricostruzione, incontrare gli enti locali, sentire la gente, scoprire la verità, raccontarla così come appare agli occhi del cronista.
L’on. Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha introdotto la conferenza stampa di oggi spiegando le ragioni che hanno motivato questa iniziativa. “Non vogliamo che L’Aquila diventi un teatro di propaganda, né pro né contro il governo. Il problema è che quando si spengono i riflettori aumenta il Rischio dell’oscuramento e e la disattenzioni può agevolare anche infiltrazioni criminali. Le proposte sono tre:
1) Una campagna di comunicazione istituzionale a livello nazionale che spieghi Non chiusa tutta l’attività turistica. Campagna nazionale (non finanziata nel decreto, da finanziarie).
2) Informazione. Chiedere a tutti i Tg nazionali di adottare dei luoghi meno conosciuti: tornare ogni tre mesi per fare il punto. Adozione mediatica.
3) Battaglia contro il bavaglio. Non metterlo agli amministratori locali sulla questione delle tasse. I terremotati e sindaci vanno bene e fanno notizia solo quando applaudono? Non esistono aree franche dal diritto di cronaca”.
“Di emergenza in emergenza – dice una nota riassuntiva – si tralascia di seguire le cose che andrebbero seguite. Raccontare la realtà nel bene e nel male. Né ottimismo né pessimismo. Non corriamo dietro la propaganda, andiamo a vedere se le cose tornano sul serio a funzionare. Racconto da fare non accompagnati.
Lodovico Petrarca ha detto: “Controlli: il fenomeno c’è. Militarizzazione. Ma chi vuole fare il lavoro lo fa. Però chi deve sbattersi tutti i giorni non ha il tempo di cercare le notizie. Ci vorrebbe un giornalismo di qualità. Utopistico. Le redazioni aquilane a rischio chiusura. Parecchio in mezzo tra il dire e il fare”.
Per il sindaco Cialente “proposte utilissime. Risolvere in tempi brevi la questione della Casa dell’informazione. Non alla chiusura delle redazioni. Andare via da qua è come abbandonare un pronto soccorso. Non viene compreso da nessuno l’originalità del dramma di quello che è successo giù. Qui è venuta giù tutta una città, è come un’ictus. Qui sta per morire una comunità. Le tasse su una comunità che non esiste. Dalle 20 in poi L’Aquila è una città fantasma, senti l’eco. Non c’è più il centro storico. 12.000 famiglie senza case. Il messaggio è che siamo tornati alla normalità”.
La presidente della Provincia, Pezzopane ha parlato di “allarme altissimo da lanciare. Le Redazioni locali spìono in grandissima sofferenza. Sovraesposizione mediatica altissima i primi giorni. Rallentamento con interruzione conferenza stampa presidente del consiglio, poi c’è stato il G8 e il Media Village. Interesse per noi è stato maggiore dalla stampa internazionale, che da quella italiana. E’ il primo caso in cui il terremoto lo pagano i terremotati con le tasse. Siamo costretti ad alzare la posta. Rendere visibile ciò che è invisibile. Fuori da questo territorio sembra che sia già partita la ricostruzione, ma non è così. Noi non vogliamo una soluzione provvisoria che diventi definitiva noi vogliamo ricostruire L’Aquila e i comuni. Le cavallette nei campi non fanno notizia, qui tutti pensano che la ricostruzione è già partita. Stiamo per entrare in rotta di collisione con lo stato”.
MANTINI – Scrive l’on.Pierluigi Mantini stasera: “La discriminazione del governo nei confronti dei terremotati abruzzesi, costretti a pagare il cento per cento dal primo gennaio, è un atto irragionevole e offensivo. Ho scritto una lettera-appello a Gianni Letta affinché, con la sensibilità che gli è propria da abruzzese e da uomo di Stato, intervenga per correggere questo errore del governo. C’è ancora la possibilità di farlo.
Ho inviato a lui e ai Comitati aquilani la documentazione esatta delle agevolazioni fiscali nei terremoti precedenti. Insisto sulla soluzione proposta nel mio emendamento, il 50% delle imposte in 36 rate, a partire dal 2012. È un po’ meno di quanto hanno avuto altri ma almeno è il segno di un respiro fiscale che è necessario se si vuole che l’Aquila e i comuni terremotati tornino a vivere. Il governo mantenga gli impegni e non contraddica le parole con i fatti”.
(Nella foto: Il Parlamento ha detto no in commissione al rinvio e alla rateizzazione delle tasse per i terremotati)


21 Luglio 2009

Categoria : Cronaca
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