Sindacati costruzioni su sciopero 12
L’Aquila – I sindacati costruzioni Fillea Cgil ,Filca Cisl e Feneal Uil , con Amicucci, Girinelli e Panza, scrivono: “La manovra economica varata dal Governo, oltre all’insufficienza dei provvedimenti per lo sviluppo e ad evidenti limiti nelle modalità di confronto, contiene gravi elementi di iniquità sociale e finisce per gravare ancora in gran parte sulle spalle di lavoratori e pensionati. Di fronte a tale situazione, le segreterie regionali di FILLEA-CGIL, FILCA-CISL e FeNEAL-UIL, nell’apprezzare positivamente la ripresa di un percorso unitario della lotta sindacale, chiamano tutti i lavoratori impiegati nella filiera delle costruzioni (edili, legno, cemento, manufatti e laterizi, lapidei) alla mobilitazione e allo sciopero che si terrà lunedì 12 dicembre nelle ultime 3 ore di ogni turno e alla partecipazione ai presidi di protesta che si terranno davanti le Prefetture di Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo e davanti alla Camera dei Deputati ed al Senato fino a conclusione dell’iter parlamentare previsto per la manovra. Nello specifico, per quel che riguarda l’intera filiera delle costruzioni, colpita più di altre da una crisi senza precedenti, preoccupano particolarmente alcuni elementi contenuti nella manovra e, ancora di più le molte cose che nella manovra non hanno trovato posto. In particolare:
• l’innalzamento dei limiti per l’accesso alle pensioni di anzianità appare insostenibile per un settore segnato da grande discontinuità lavorativa con conseguente riduzione dei montanti di calcolo delle pensioni, oltre che da una evidente gravosità del lavoro che rende complesso immaginare permanenze al lavoro, per quanto volontarie, fino a 67 anni.
• L’assenza di una imposizione patrimoniale strutturale e la scelta di gravare esclusivamente sul bene casa, rischia di avere effetti depressivi su un mercato immobiliare già stremato e su quello degli affitti. Oltre una maggiore progressività dell’imposta sarebbe stato necessario un suo utilizzo diretto a vantaggio degli enti locali anche ai fini di quell’allentamento del patto di stabilità necessario per avviare quelle opere indispensabili a rilanciare il settore attraverso interventi di riqualificazione e messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio.
• In termini di politica industriale, pur migliorando la situazione preesistente, non si rendono strutturali gli interventi di incentivazione del risparmio energetico, ma, soprattutto, appare insufficiente il nesso fra politiche di incentivazione e contrasto del lavoro nero, dell’illegalità e dell’evasione fiscale. In un settore così segnato da questi fenomeni è impensabile erogare qualsiasi risorsa pubblica se non legata in maniera inscindibile a procedure certe di verifica della qualità e regolarità del lavoro e dell’impresa.
• Fra l’altro su due di tali possibili procedure, quali il Durc per congruità nei lavori privati e la Patente a Punti per le imprese edili, esistono già avvisi comuni sottoscritti da tutte le Parti sociali che sarebbero a costo zero e darebbero gettito notevole dal recupero di imponibile contributivo, IRPEF, IVA.
• Complessivamente appare debole tutto l’impianto di contrasto all’evasione fiscale e all’illegalità sempre più presente nel settore.
• Non è ancora chiaro, infine, oltre una consueta politica dell’annuncio, come si procederà dal versante delle risorse e delle procedure per le infrastrutture la cui definizione è stata rinviata al CIPE. In questo quadro di perdurante gravissima crisi del settore si evidenzia la necessità prima che vengano meno gli ammortizzatori sociali di ulteriori adeguati interventi. Le tre ore di sciopero unitario a fine turno per lunedi’ potrebbero non restare “isolate” se il governo non riaprirà la trattativa con i sindacati sulla manovra, e in particolare sulle misure che penalizzano i lavoratori e i pensionati, è possibile che entro dicembre possa essere proclamato un’altro sciopero, ma questa volta di otto ore”.
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