Parco Abruzzo: 90 anni, e gli orsi?
L’Aquila – Che il Parco nazionale d’Abruzzo compia e solennizzi i suoi 90 anni non può che inorgoglire gli abruzzesi e tutti coloro che amano la natura, il turismo intelligente, l’immagine della nostra terra nel mondo, sicuramente valorizzata e ben veicolata dal parco di Pescasseroli. Uno dei più grandi e antichi, nato quando nel mondo si balbettava il linguaggio ambientale e nascevano le prime riserve. In America del Nord e in Europa. La relazione Sipari sul nascente parco d’Abruzzo è un documento di straordinaria lungimiranza e di sicuro illuminismo.
Oggi il parco ha 90 anni. Tra i dati snocciolati in occasione delle celebrazioni, c’è quello sugli orsi (parco significa, per noi in Abruzzo, soprattutto orso) , secondo il quale ottimisticamente si afferma che esistono 40-50 plantigradi. La specie non è salva, anzi è decisamente tuttora a rischio. Aggiungiamo che gli orsi vengono ancora uccisi, e che per l’assassinio di quello più famoso, Bernardo, nessuno ha più saputo nulla e nessuno ha pagato. Chi assassina animali (protetti, ma non a sufficienza…), li avvelena (il caso dei grifoni, due anni fa: silenzio e mistero) o brucia boschi, da noi non si trova mai. Che stranezza. Magari dovremmo porci il problema e capire cos’è che non funziona in sorveglianza e indagini. Stando ai risultati, non funziona niente…
Al Parco e ai suoi vertici c’è quindi, da porre qualche domanda. L’ente consuma denaro, paga stipendi, costa somme rilevanti, che, per carità , sono ben spese perchè la natura fu – e oggi maggiormente continua ad essere – un nostro bene irrinunciabile. La nostra vera ricchezza è proprio la natura, insieme con archeologia, arte, monumenti, gastronomia, e quel non so che nel carattere degli abruzzesi molto apprezzato da tutti. Perchè in 90 anni non è riuscito ancora almeno a garatire la salvezza suicura della specie ursus arctos marsicanus? E magari anche di altre specie? 90 anni sono un lungo tempo per crescere, maturare, acquisire esperienza e – naturalmente – produrre risultati. Magari meno politica e meno potere, e più orsi: è quello che gradirebbero gli abruzzesi. E gli orsi, s’intende.
Mille auguri al Parco, che i prossimi 90 anni siano felici e prosperi. Ma lo siano anche gli orsi, gli ungulati, i lupi, i rapaci, i rettili, i fiori, le piante, gli insetti, le acque: tutta la natura che un parco nasce per tutelare. (G.Col.)
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