“Collabora”… (2): le decisioni del GUP
L’Aquila – (aggiornamento) – I PROSCIOLTI E I RINVIATI A GIUDIZIO – Ecco nel dettaglio la vicenda giudiziaria relativa alla “Collabora”. Quella di oggi è da considerare infatti una svolta sull’inchiesta. La complessa indagine, portata avanti dal nucleo di polizia tributaria della Finanza dell’Aquila, che ha permesso di far emergere, secondo tesi dell’accusa, una frode ai danni della Provincia, ha avuto stamane una svolta nel corso dell’udienza preliminare presso il Tribunale dell’aquila. Sotto inchiesta erano finiti l’amministratore delegato della societa’, Vittorio Ricciardi. Questi, di intesa con gli organi di amministrazione, nascondendo il dissesto societario, avrebbe gonfiato il valore delle quote di Collabora spa, poi cedute all’ente, per oltre 300mila euro. I fatti sono del 2006. Oltre a Vittorio Ricciardi erano accusati di truffa Carlo Benedetti (presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, del Pdci), Giovanni Di Pangrazio, Carla Mastracci, Quirino Bisegna, Maria Vittoria Bressan, Fabio Ranieri (consigliere comunale del Pd) e Ludovico Presutti. Al termine dell’udienza, il Gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Garganella ha rinviato a giudizio il 18 maggio 2012, Ricciardi, Mastracci e Presutti, mentre per gli altri imputati il magistrato ha sentenziato il non luogo a procedere. Ricciardi e’ imputato nella veste di amministratore, gli altri quali componenti del collegio sindacale, la Mastracci in qualita’ di sindaco. A loro carico si sostiene una falsa rappresentazione contabile nei bilanci ai danni della Provincia al momento della trasformazione di Collabora spa in societa’ “in house”. La posizione di Ricciardi, secondo la tesi accusatoria e’ stata fin dall’inizio dell’attivita’ di indagine, la piu’ esposta, meno compromesse quelle degli altri coindagati, anche perche’ al manager, gia’ direttore di Abruzzo Engineering, viene contestato anche un reato fiscale: avrebbe omesso di versare per il 2005 ritenute di acconto per circa 50mila euro. A lui l’autorita’ giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta ha sequestrato due immobili all’Aquila, una porzione di immobile a Napoli e una Maserati, per un valore di circa 312 mila euro.
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