Riposa a Forme Pacini, lo scopritore dei raggi cosmici


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – UN ILLUSTRE “OSPITE” DELL’ABRUZZO – Il prof. Alessandro De Angelis, dell’Università di Udine, ha scoperto una curiosità sicuramente ignota alla maggior parte dei marsicani e degli abruzzesi. Dal 1985 riposa nel cimitero di Forme di Massa d’Albe lo scienziato Domenico Pacini, che con l’austriaco Hess convidide la scoperta dei raggi cosmici. Per molti, tra cui il fisico Amaldi, è da attribuire più a Pacini che ad Hess (che pure ebbe il premio Nobel) la scoperta che ha in gran parte rivoluzionato la scienza astrofisica moderna. De Angelis ha raccontato la sua scoperta nell’inserto scientifico del quotidiano La Stampa del 30 novembre scorso, con il titolo “Così ho ritrovato il pioniere che scoprì i raggi cosmici”. A Forme vivono dei parenti che reclamarono nel 1985 la salma dello scienziato, trasferita poi in Abruzzo dal cimitero romano del Verano, dove si trovava dal 1934, anno in cui Pacini morì prematuramente per una banale broncopolmonite. Aveva solo 56 anni e insegnava a Bari. Era nato a Marino presso Roma nel 1878.
Pacini era convinto, nei suoi studi scientifici, della possibile origine non terrestre dei raggi cosmici. E la dimostrò misurando il tempo di scaricamento di un elettroscopio sotto la superficie del mare e del lago di Bracciano. A quei tempi si pensava che la ionizzazione dell’aria provenisse tutta dalla radioattività naturale. Ma Pacini dimostrò che essa diminuiva man mano che aumentava la profondità dell’acqua, quindi non derivava dalla radioattività terrestre, bensì dall’esterno della Terra. Hess dimostrò dal canto suo che le radiazioni aumentavano salendo ad alta quota e usò anche un pallone aerostatico. Chiaro che i raggi (detti poi cosmici) giungeva dal cielo, da ben oltre la Terra.
Oggi i raggi cosmici scoperti da Pacini ed Hess sono indagati anche in un esperimento nel laboratorio del Gran Sasso. Si sa che essi provengono dallo spazio ad energie altissime e a velocità poco inferiori a quella della luce. Le particelle di cui sono costituiti ci giungono accelerate dalle esplosioni dells supernovae, quindi da lontananze immens, forse dal cuore di galassie remotissime. Un enigma tra i tanti sui quali la scienza si impegna.
Magari una tabella, un’indicazione, un minimo di attenzione per Pacini nel cimitero di Forme non guasterebbero. Se ne arricchirebbe il patrimonio culturale abruzzese e forse gli studenti (e i professori?) dovrebbero saperne qualcosa di più.


03 Dicembre 2011

Categoria : Scienze
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